GIORNALISTI/ CONTROCORRENTE, PERCHE’ TIRA UN’ARIACCIA

Il sindacato dei giornalisti deve tornare ad essere luogo d’incontro e fucina di idee e progetti per chi opera nell’informazione come cronista e come comunicatore attraverso gli uffici stampa, mettendo al centro la consapevolezza che il giornalismo è un mestiere che cambia. Il web ha travolto ogni precedente conoscenza e costretto ad innovare tempi e luoghi di lavoro, ma non deve essere la scusa degli editori per continuare a mortificare una professione che non può sopravvivere alle picconate di un sistema sempre più violento nelle richieste di modalità di lavoro e orari, contrapponendo compensi inverosimili, soprattutto per i free lance e per i giovani romantici che credono ancora in questo lavoro e sono disposti a fare qualsiasi sacrificio pur di farlo. Per fortuna sono in molti. E’ quindi necessario dare più attenzione al Web e a quanti vi lavorano, perchè gli editori continuano a spostare i giornalisti dalla carta stampata o dalla rete nel caso delle agenzie di stampa al Web. Nello stesso tempo il tema della formazione continua non può essere lo strumento per realizzare business ma l’occasione per garantire la conoscenza gratuita soprattutto ai giornalisti precari, disoccupati e sottoccupati, tenuti spesso ai margini delle redazioni, ma senza i quali le pagine dei giornali rimarrebbero bianche. Alcuni colleghi si sono lamentati perchè guadagnano 5,00 euro ad articolo. Gli è stato risposto che ce ne sono altri che ne guadgnano 3,00. L’informazione è materia delicata. La credibilità di un giornalista non può essere messa in relazione con i soldi che guadagna. Ma il gico al massacro che si è operato in questi ultimi anni non può continuare. Soprattutto quando è evidente che mettere sotto scacco i giornalisti con il ricatto dei fondi all’editoria diviene un elemento al servizio della politica per realizzare i giochi di potere ed impedire che vengano diffuse le opinioni contrarie, le critiche, le voci ritenute più scomode, come è stata di recente la vicenda degli attacchi a La Repubblica. Si vuole limitare la democrazia, avvelenando il clima, o addirittura facendo passare l’idea che i giornalisti non servono più: nell’era di Facebook, posto quello che mi pare, faccio un selfie, scrivo due righe, magari anche  per dire che abbiamo abolito la povertà e clicco. Non c’è più nemmeno bisogno degli uffici stampa. Ma non è così. C’è talmente bisogno degli uffici stampa e dei giornalisti che lo sanno bene sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio chetuttavia  hanno sferrato un attacco alla stampa. Quello che è in gioco è il futuro della democrazia, non il futuro dei giornalisti. E’ allora necessario fare chiarezza con molta pazienza e anche abbassando i toni. La lista di CONTROCORRENTE sia per l’Associazione Sampa Romana che per la Fnsi è stata messa a punto coinvolgendo tutti i tipi di giornalismo, dando spazio ai free lance, ai giornalisti minacciati, ai vertici degl istituti di categoria. Scelta importante perchè la guerriglia degli editori giocata contro i giornalisti che portano a casa un salario più basso dei dipendenti dei Call Center mette in pericolo la sopravvivenza di istituti come la Casagit, l’Inpgi. Lo stesso Ordine dei Giornalisti in trasformazione. Il tema è, come si fa a mantenere in vita gli istituti di categoria se anche versare la quota all’Ordine e la tessera al Sindacato diviene per molti colleghi insostenibile? Allora i corsi di formazione non devono essere un’occasione di business, magari un modo per allargare la conocenza a chi non può permettersela spendendo altri soldi, e anche una occasione per tenere collegati tanti giornalisti che lavorando in solitudine dietro al Web e hanno bisogno di confrontarsi e di sentire che fanno parte di una professione, importante: quella che tiene in piedi la democrazia. Perchè l’attacco alla stampa non è un attacco ai giornalisti, è una bomba contro la democrazia. E, mi sembra che in passato sia già avvenuto. Studiare la storia fa bene al cervello e all’anima…

 

 

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