MOVIE/ NANNI MORETTI: IERI COME OGGI “NON SI PUO’ ESSERE IMPARZIALI” ESCE NELLE SALE SANTIAGO, ITALIA

Sostiene Nanni Moretti che “Di fronte a ciò che accade non si può essere imparziali”, e arriva di nuovo al cinema il prossimo 6 dicembre con il documentario Santiago, Italia. Un docufilm che parla del golpe in Cile quando l’11 settembre 1973 cambiò la storia di un paese amico e l’Italia divenne un rifugio per quanti fuggivano dalle torture e dagli arresti e arrivavano nella nostra ambasciata dopo il colpo di stato che rovescia il governo di Salvador Allende e porta al potere i militari e il generale Augusto Pinochet. Con lui le retate dei dissidenti politici, le torture, le sparizioni delle persone, quelli che passeranno alla storia tristemente come desaparecidos. Così un viaggio in Cile effettuato nella primavera del 2017 dal regista, diventa la scusa per decidere di raccontare la storia di due giovani diplomatici che accolsero i dissidenti nell’ambasciata italiana a Santiago. Sono Piero De Masi e Roberto Toscano che la trasformeranno in un rifugio sicuro per perseguitati: sono moltissimi infatti gli asilados nascosti.

Nanni Moretti racconta il Cile di allora, e l’Italia di oggi. In mezzo c’è la sua giovinezza, le aspirazioni di un ventenne di allora che ama il cinema e che vive a Roma gli sconvolgimenti del golpe in Cile, che azzera i diritti e svela il volto disumano delle dittature. Racconta come i giovani degli anni settanta andassero alle manifestazioni contro il regime di Pinochet per esprimere la propria solidarietà alla popolazione cilena.

In Cile durante la dittatura di Pinochet sono stati almeno tremila le vittime, di cui più di 2 mila morti e oltre mille desaparecidos, quasi 130 mila vittime. e oltre 600 mila arresti. Pinochet era diventato fino al 1974 il presidente della Giunta militare, assunse poi il titolo di capo supremo della nazione, successivamente quello di presidente del Cile.

Fu un bagno di sangue quella pagina di storia, governò col pugno di ferro. Terrore e assassinii per avere le informazioni contro i dissidenti erano le pratiche quotidiane.

Il regista ricostruisce gli anni dell’entusiasmo per l’Unidad Popolar dopo l’elezione di Salvador Allende che porta una boccata di democrazia in quel paese. Alterna filmati d’epoca e interviste agli ex attivisti, che raccontano le retate, gli arresti, le torture, l’uccisione dei dirigenti comunisti. Molti i testimoni, anche Roberto Toscano, diplomatico e scrittore che racconta di non essersi mai sentito tanto utile. Grazie ai due diplomatici italiani nel nostro paese arrivarono moltissimi richiedenti asilo che furono accolti e a tutti fu offerto un lavoro regolare. Molti di loro vivono ancora nel nostro paese ma in un’Italia ormai profondamente cambiata. E qui sta il legame con la storia dei nostri giorni. Il regista ha infatti finito di girare il film proprio mentre Matteo Salvini diventava ministro dell’interno. Santiago, Italia inizia parlando del Cile e termina raccontando l’Italia di oggi, con l’incompetenza al timone, che dopo essere stata teorizzata per anni soprattutto sui social, adesso comincia a rivelarne i  risultati. Mentre l’arroganza ignorante della rete che si erge ad opinion maker, su Facebook e su Twitter, alimenta la campagna di odio per la competenza e la professionalità, per la conoscenza e la cultura in generale. Nello stesso tempo la solidarietà, l’umanità sembrano non essere più i valori di una civilità antica e accogliente come quella italiana. Le folle gridano “onestà, onestà” ma è come se l’essere onesti debba riguardare prima di tutto gli altri.

Il cinema di Nanni Moretti ha sempre avuto tanti appassionati. Nello stesso tempo tanti critici e detrattori. Il suo cinema può piacere o no ma bisogna dargli atto che da molti anni ormai Nanni Moretti ha affinato la sua capacità di intuire la strada che il paese sta per intraprendere. Lo testimoniano i suoi film. Dal Caimano che parla del declino di Silvio Berlusconi che ha la pretesa di essere considerato addirittura uno statista, al film Habemus Papam, pellicola prodotta dalla sua Sacher, in cui ha messo in luce per la prima volta il travaglio di un papa che sente il peso della sua missione. Poco dopo Papa Ratzinger avrebbe deciso di rinunciare al suo ruolo.

Così Nanni Moretti non finisce di stupirci e la storia del Cile diviene l’espediente per raccontare l’Italia di oggi  e quello che in Italia è andato perduto.

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