WINE/ VINITALY, NUOVI EVENTI IN USA E CINA A SOSTEGNO DEL VINO ITALIANO

“Siamo sempre più convinti che il vino italiano abbia bisogno di una scossa per
incrementare le proprie performance all’estero, specie ora che sul mercato interno si riscontra un nuovo calo dei
volumi venduti nella Gdo. Vinitaly farà la sua parte intensificando il proprio ruolo di driver per il settore: pensiamo
alla costruzione di eventi solidi negli Stati Uniti e in Cina e a un incremento della promozione e della formazione
anche attraverso gli strumenti digitali; ma serve un’azione incisiva e un taglio netto su certe dinamiche sin qui
riscontrate. Un upgrade nel modo di fare internazionalizzazione che parta dal governo del settore, e fa piacere
constatare la comunanza di pensiero con il ministro Centinaio, che in materia di promozione ha le idee chiare”. Lo
ha detto, oggi a Milano, nel corso di un pranzo con 40 produttori vitivinicoli dedicato alle prossime attività di
Vinitaly, wine2wine di fine novembre in primis, il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani.
“Il commercio mondiale del vino vive da tempo stagioni felici – ha proseguito Mantovani – e l’Italia è uno dei player
che è cresciuto di più nell’ultimo decennio, ma non basta. Il nostro osservatorio ci segnala nei primi 7 mesi di
quest’anno una crescita in valore rallentata se confrontata con gli altri top player mondiali. Allo stesso tempo,
secondo le dogane, nei primi 8 mesi di quest’anno c’è stata una brusca frenata nelle importazioni dagli Stati Uniti,
dove il nostro mercato è di fatto in recessione mentre la Francia nello stesso periodo cresce bene”.
Secondo l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, nel secondo quadrimestre si sono accentuate le difficoltà
di crescita negli Usa, con il dato a valore (in euro) delle importazioni di vino italiano fermo a +0,7% per un
corrispettivo di 1,11 miliardi di euro. Un indicatore che assume maggior rilevanza se accostato al forte rialzo
francese (+8,2%, a 1,18 miliardi di euro), in controtendenza rispetto a un valore globale delle importazioni di vino
che vira in negativo (-0,6%). Sul fronte delle tipologie, gli sparkling tengono a galla il vigneto Italia con un ulteriore
balzo del 16,3%, con gli champagne transalpini in calo del 5,2%. Discorso inverso invece sul prodotto fermo, che
rappresenta oltre i 3/4 delle importazioni statunitensi. Qui il Belpaese perde a valore il 2,9% mentre la Francia vola
a +15,1%.
Sul fronte dell’export globale, nei 7 mesi su base Eurostat l’Italia* si conferma 2° player mondiale dopo la Francia
e guadagna il 4,1% a valore. Ma sono tutti i top 4 esportatori a crescere, con la Francia a +6,4%, la Spagna a +6,7%
e l’Australia a +6,1%. Con il Cile che nonostante una politica dei dazi favorevole perde il 6,6%.

Clicca sotto per chiudere la ricerca