Due storici e una passione: l’Italia, la Resistenza, il dopoguerra. Mario Avagliano e Marco Palmieri, dopo essersi cimentati nella ricostruzione di guerre, persecuzioni, leggi raziali e internati tornano ora alla ribalta con un nuovo lavoro in cui raccontano le vicende che portarono il nostro paese a salpare sulla Balena bianca: come in sostanza gli italiani abbandonarono l’idealismo del Pci e il Psi e divennero a poco a poco democristiani. Si chiama: “1948. Gli italiani nell’anno della svolta”, il libro di Avagliano e Palmieri, edito da Il Mulino, che racconta appunto, gli ideali, le passioni, gli stati d’animo che segnarono il definitivo superamento della fase post bellica della Resistenza, e videro nascere la nuova Repubblica, che muoveva i suoi passi proprio dalla lotta antifascista. Questa coppia affiatata di storici, giunta ormai al settimo saggio dedicato alla Resistenza e al dopoguerra, racconta adesso come l’Italia arrivò alle elezioni del 18 aprile 1948 scegliendo la Democrazia cristiana, con il sostegno di fatto della Chiesa cattolica e degli Usa, e abbandonando le chimere del comunismo e dell’Urss. Raccontano i giorni dell’ingresso nella Nato, gli aiuti dei cattolici e la Balena bianca, la cornice della Guerra fredda. Sono questi gli anni che un popolo deve sapere ricordare anche per comprendere come si è arrivati fin qui. Fu una guerra ideologica che portò ad una contrapposizione durissima per assumere la guida del processo di ricostruzione della democrazia italiana. Avagliano e Palmieri, anche questa volta, non si discostano dal loro metodo di lavoro: offrono una quantità di carte: lavorano come sempre attraverso una rigorosa ed attenta analisi delle fonti più diverse, dai diari alle lettere, dalle interviste ai documenti amministrativi, fino ai volantini ed i manifesti di partito e gli opuscoli di propaganda. Ne emerge il ritratto nitido della controversa e irrequieta società italiana di quegli anni, ma anche dei processi politici innescati allora e sviluppatisi nei decenni successivi di battaglie fra schieramenti contrapposti nello scenario della Guerra fredda. I due autori hanno pubblicato assieme anche «Gli internati militari italiani» (2009), «Gli ebrei sotto la persecuzione in Italia» (2010), «Voci dal lager» (2012), tutti editi da Einaudi, oltre a «Di pura razza italiana. L’Italia “ariana” di fronte alle leggi razziali» (Baldini & Castoldi, 2013) e, per il Mulino, «Vincere e vinceremo! Gli italiani al fronte» (2014) e «L’Italia di Salò». Per l’Italia repubblicana le vicende del 1948 hanno sancito la fine della travagliata transizione dal fascismo alla democrazia e l’inizio di una fase politica nuova. Il voto del 18 aprile rappresentò anche una netta scelta di campo nel bipolarismo della guerra fredda, scelta che non fu messa in discussione neppure dalla grave crisi dell’attentato a Palmiro Togliatti, che in quello stesso anno portò il paese sull’orlo di un’insurrezione e di una nuova guerra civile. Mario Avagliano è un giornalista e storico, collabora con le pagine culturali del Messaggero e del Mattino, tra i suoi libri: “Generazione ribelle.Diari e lettere dal 1943 al 1945”, edito da Einaudi, e “Il partigiano Montezemolo” pubblicato da baldini & Castoldi. marco palmieri, anche lui giornalista e storico, ha pubblicato “L’ora solenne”: Gli italiani e la guerre d’Etiopia”, con Baldini & Castoldi.
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