WINE/ LA PRODUTTIVITA’ SI FA CON L’AMARONE: FINO A 24 MILA EURO PER ETTARO E UN EXPORT CHE CRESCE DEL 10%

La produttività si fa con L’Amarone, fino a 24 mila euro a ettaro e  un giro d’affari che supera i 600 milioni di euro, una media di 1.250 giornate lavoro per azienda tra addetti stagionali e a tempo indeterminato, mentre l’export cresce del 10%.  La Valpolicella, che ha festeggiato a Verona  i cinquant’anni della doc traducendo in numeri la forza del proprio sistema produttivo, che con 62 milioni di bottiglie (fascette distribuite nel 2017) è fondamentale per l’economia veronese.

 

Secondo le elaborazioni (base Inps) realizzate dal Consorzio tutela vini Valpolicella su un campione significativo delle 2.300 aziende vinicole del territorio, la spesa media aziendale per le retribuzioni dei propri addetti è di circa 100 mila euro per azienda, in un’area che da sempre fa dell’integrazione il proprio punto di forza, con 460 lavoratori extracomunitari, 1030 provenienti da Paesi Ue e circa 1080 italiani. Secondo il Consorzio a ciò si deve aggiungere l’indotto, generato dai servizi e dal turismo, cresciuto dal 2009 al 2016 del 54%, il doppio rispetto all’incremento regionale nello stesso periodo.

 

“Quella del vino è una delle economie principali di Verona, che non a caso è la prima città italiana per export enologico – ha detto la direttrice del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Olga Bussinello -. L’obiettivo è pesare sempre più sul piano socioeconomico e sempre meno su quello ambientale, e la certificazione RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta) che perseguiamo da tre anni va in questa direzione”.

 

Il Consorzio Valpolicella vanta una rappresentatività molto elevata (80%) su una particolare morfologia delle sue imprese, perlopiù di piccole e medie dimensioni distribuite in un mega-vigneto di 8mila ettari. La produzione artigianale vede esportare 8 bottiglie su 10, grazie anche alle attività di promozione e internazionalizzazione organizzate dal Consorzio, molto partecipate anche dai più piccoli: nel 30% dei casi le imprese presenti non superano infatti la produzione di 20mila bottiglie. Tra le 1.636 aziende produttrici socie oltre la metà ha dimensioni sotto i 2 ettari mentre solo il 7,5% va oltre i 100.000 metri quadrati; a fronte di ciò, la produzione lorda vendibile è altissima, con le uve a 23-24 mila euro per ettaro, così come il valore aggiunto che in diversi casi supera il 30%. Infine il valore fondiario, che in diverse aree può arrivare a 450 mila euro.

 

Vola l’Amarone anche sui mercati internazionali, con una crescita in valore del 10% nel 2017  e con il 68% dei volumi complessivi del Re della Valpolicella destinati all’estero.
Luce verde su tutti i principali mercati di destinazione, a partire dalla Germania (+30%) che con quasi un quarto delle vendite rappresenta il principale sbocco per l’Amarone. Bene anche gli Usa (+10%), mentre Svizzera e Regno Unito segnano incrementi vicini al 5%. Tra gli sbocchi secondari è inoltre alto il gradimento nei mercati asiatici, con Cina e Giappone che crescono del 15%.

 

“In un anno non facile per il segmento dei rossi fermi italiani – ha proseguito  Bussinello – l’Amarone conferma il suo forte appeal sui mercati internazionali, complice da una parte la ripresa economica, dall’altra una maggior forza commerciale del nostro tessuto imprenditoriale e del nostro brand. Una buona notizia, che ci permette di festeggiare quest’anno le nozze d’oro della denominazione nella consapevolezza di aver intrapreso la strada giusta”.

 

Ma la sorpresa più rilevante arriva dal mercato interno, che chiude il 2017 in grande ascesa (+20%), trainato dall’aumento dei consumi fuori casa. In Italia infatti la Gdo detiene un ruolo marginale nella distribuzione di Amarone (25% la quota, per un valore peraltro in crescita di quasi il 13%), mentre ristorazione ed enoteche assorbono assieme il 60% del mercato interno. Sugli scudi infine la vendita diretta, grazie anche al significativo incremento di turisti in Valpolicella, cresciuti quasi il doppio della media regionale di arrivi dal 2009 al 2016 (+54%). Secondo le elaborazioni Nomisma-Wine Monitor l’Amarone ha prodotto lo scorso anno un giro d’affari pari a circa 355 milioni di euro. La Valpolicella, con 7994 ettari vitati e circa 2300 aziende produttrici, è la più grande doc italiana tra le 20 che festeggiano i cinquant’anni della denominazione nel 2018.

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