“L’Arte come missione storica”, oppure si potrebbe dire “Per non dimenticare”. Ma la Mostra organizzata a Caserta, presso il Museo di Arte Contemporanea del Complesso di Sant’Agostino in Via Mazzini, per opera dell’artista Nicholas Tolosa, in occasione del giorno della Memoria, in ricordo delle vittime dell’Olocausto, è arrivata dritta al cuore con la preziosa collaborazione del Museo Madre, che di recente ha più volte conferito il “matronato” alle esposizioni del giovane artista campano, e del patrocinio dell’Osservatorio Comunicazione Partecipazione Culture Giovanili (Ocpg) dell’ Università di Salerno.
Francesca Ombres e Massimo Sgroi hanno curato la mostra di Tolosa che ha appena chiuso i battenti. Drammatico e incisivo il suo contributo sull’Olocausto. Un bianco e nero, come fossero il bene e il male, e tutte le sfumature di grigio nelle opere del giovane artista (classe 1981) nato ad Eboli,
Racconta che il più vecchio si chiamava Riccardo Salmoni, 77 anni appena compiuti quando varcò la soglia della camera a gas di Birkenau. La più piccola, Luciana Pacifici, aveva 8 mesi e ad Auschwitz non ci arrivò, morì durante il terribile viaggio verso la Polonia. È questo l’epilogo della storia di due delle quaranta vittime della Shoah in Campania: 19 uomini, 16 donne, 3 bambini e due neonati. Tutti originari di Napoli, una città che con gli ebrei aveva imparato a convivere da secoli. La Campania ha un rapporto con la Shoah molto particolare. Sul territorio erano ben quattro i campi di concentramento ed uno, in particolare, in provincia di Caserta: Sparanise. Soprannominato ‘a cajola (la gabbia) dagli sparanisani, il centro casertano è stato l’ultimo a vedere il passaggio degli ebrei in terra campana.
Un modo per ricordare l’Olocausto, contro ogni Negazionismo, e Revisionismo, per non dimenticare e per chiedersi quanto sia importante per noi, giudicare oggi, quel momento storico che ha segnato il punto più basso della nostra umanità.
Un’artista, Tolosa, schierato dalla parte dei vinti, con opere che sono la testimonianza e una condanna netta alla violenza e alla prevaricazione dell’uomo sull’ uomo. Racconta il male del mondo, e lo fa in maniera marcata e cruda.