Editoria/ Lo spaesamento di Vignocchi e la ricerca di “Altrove” come in una Nuova Pangea

“Altrove” si legge col cuore. Perchè solo nel cuore si possono sentire le voci dello “spaesamento” che Gemma Vignocchi amabilmente raccoglie e decide di pubblicare per ricordare che viviamo oggi come in una nuova “Nuova Pangea”, in un “supercontinente dove gli uomini si incontrano e si scontrano provocando criticità e opportunità mai riscontrate prima”.

“Altrove, Racconti dalla Nuova Pangea”, edito da Transeuropa nella Collana “Narratori delle riserve” raccoglie così quelle voci esemplari, storie di vita raccontate, in cui i destini, i traumi dei personaggi si intrecciano con la necessità di andare, per sentirsi stranieri nel paese in cui si è approdati e ormai estranei al proprio luogo natale: è questo che accomuna i personaggi di Gemma Vignocchi. Che si emigri per bisogno economico o per motivi artistici, o anche per amore, a volte resta nel profondo un senso di disorientamento e di perdita a cui è difficile reagire. Lo spaesamento.

Gemma Vignocchi, è nata a Fiumalbo in provincia di Modena e vive tra Livorno e Lucca. Giornalista professionista, laureata in Scienze Politiche all’Università di Pisa, ha pubblicato articoli su diverse testate e firma del Tirreno, non è pertanto estranea alla scrittura: si è occupata di esteri e di attualità, ma possiede una grande grazia nell’affrontare la scrittura e lo mostra anche adesso nel descrivere quasi come dipingendo queste “scosse del cuore”, questi “avvenimenti intimi”, indagati con una scrittura lieve, mai compiaciuta, che riesce anche a creare una suspance, fino quasi al compiersi del destino dei protagonisti, come fosse il giusto approdo dell’attesa.

“Altrove” si legge tutto d’un fiato, come quando si guarda un film e si rimane incollati allo schermo travolti dal racconto. Stavolta i racconti sono cinque. Cinque le voci dello spaesamento nell’epoca del mercato globale dove i protagonisti indagano se stessi in una sorta di flusso di coscienza che li porta a ricostruire la propria vita a spezzoni e flash-back.

Tutte storie che affondano nella realtà, fatte di incontri come quello del racconto di apertura in cui una donna seduta ai tavolini di un caffè di Napoli intreccia una conversazione con una ragazzina macedone che tenta di venderle una penna. Chamila dicedi chiamarsi, e viene dallo Sri Lanka. La sua storia si dipana ed è ben diversa da quella che nel libro viene dopo: la storia di un immigrato di lusso: un artista, cantante e direttore d’orchestra americano, che si è sempre sentito straniero in Italia come nel suo paese. Che ha scelto L’Italia perché è la patria della musica e ci resta anche ora che ha perso la vista dopo essere stato vittima di un’aggressione. Una risposta al loro viaggiare i vari Chamila, Eich, Elle, o Hamid la trovano soltanto nelle loro esistenze. Sono queste brevi storie a dirci che lo si voglia o no, condividiamo tutti uno stesso destino, da qualunque latitudine veniamo.

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