TRAVEL/ LA VAL D’ORCIA ARCIDOSSO I BUDDISTI DI MERIGAR IL MONTE AMIATA LA VIA FRANCHIGENA E L’ORCIA WINE FESTIVAL

 La Val d’Orcia è un giardino incantato in cui puoi trovare boschi, laghi, borghi antichi, valli, castelli medievali e antiche chiese fino alle tracce onnipresenti delle miniere andando verso il Monte Amiata, tra paesaggi collinari, morbidi e intensi che sembrano planare verso la pianura fino ad arrivare al litorale nella provincia di Grosseto. Un’angolo di Toscana dove natura, storia e arte danno vita ad un paesaggio unico al mondo. Dolci colline, antichi borghi medievali, vigneti, campi coltivati, castelli e abbazie: la Val d’Orcia è una terra di rara bellezza dove attività dell’uomo e natura si fondono alla perfezione dando vita ad un paesaggio disegnato nel Rinascimento per incarnare l’ideale di bellezza. Proprio per queste ragioni la Val d’Orcia è stata riconosciuta nel 2004 patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco.

Il paesaggio della Val d’Orcia, patrimonio mondiale dell’Unesco e icona della Toscana nel mondo come elemento in grado di ‘influenzare’ la produzione di un vino. Ogni anno a San Quirico d’Orcia, torna anche l’appuntamento di Orcia Wine Festival, mostra mercato dei produttori di vino “Orcia” organizzata dal comune di San Quirico d’Orcia in collaborazione con il Consorzio Vino Orcia, Onav Siena. Questa terra è particolarmente vocata alla produzione di grandi vini rossi da invecchiamento. Qui il paesaggio rappresenta uno dei tratti distintivi del territorio, si tratta di un paesaggio modificato sapientemente dalla mano dell’uomo che oggi trova anche nel vino, uno dei modi attraverso il quale esprimere la sua forma migliore. Un pezzo di estremo oriente nel cuore della Toscana.

 

(Paesaggi in Val d’Orcia)

Tanto insolito quanto assolutamente affascinante è il Maco, il Museo d’Arte e Cultura Orientale di Arcidosso. Questo grande spazio espositivo, ospitato nel settecentesco palazzo dell’ex cancelleria, parte del Castello Aldobrandesco di Arcidosso, raccoglie nelle proprie stanze il frutto di un lavoro che va avanti da oltre trentacinque anni tra il Comune ll Museo di Arte e Cultura Orientale di Arcidosso, ed è frutto della collaborazione tra il Comune grossetano e l’associazione culturale Comunità Dzogchen di Merigar, fondata da Namkhai Norbu, per trent’anni professore di lingua e letteratura tibetana e mongola all’Università Orientale di Napoli. Qui sono esposti oltre cinquemila oggetti d’arte orientale e reperti etnografici contenuti nella Collezione Namkhai. In realtà dopo distante da molto tempo esiste un ritrovo buddista dove spesso anche Richard Gere si chiude in preghiera.

 

(Arcidosso)

 

Nel cuore della Toscana, ai piedi del monte Amiata, ad Arcidosso, sorge infatti questo centro buddhista Merigar, considerato il più grande d’Europa e centro studi della comunità Dzogchen, diventato ormai famoso in tutto il mondo, a partire dalla sua nascita, nel luglio 1981. Merigar è stato uno dei primi centri fondati in Occidente che si occupavano dello studio e della pratica spirituale dello Dzogchen. Merigar è magia sin dal suono del suo nome, che letteralmente significa “Residenza della montagna di fuoco”. Sulle pendici del Monte Amiata, questo colle dalla vista mozzafiato, immerso nella natura e nel silenzio, impreziosito da stupendi monumenti della cultura tibetana, ha richiamato migliaia di visitatori, attratti dall’antica saggezza tibetana, dove si pratica yoga, si danza, si compiono escursioni naturalistiche e culturali, si scoprono i benefici della meditazione. Sempre ad Arcidosso, sulle pendici dell’Amiata, si trova uno dei castelli medievali più antichi, e meglio conservati, d’Italia e d’Europa. Le origini della Rocca autentico simbolo del paese, vengono fatte risalire addirittura al X secolo e il suo sviluppo e le sue trasformazioni vengono oggi bene descritte in un rinnovato percorso archeologico-artistico.

Arroccato su di una rupe nella parte meridionale dell’Amiata, Santa Fiora è un piccolo borgo immerso nel verde letteralmente pieno di bellezze artistiche e architettoniche. La parte più antica del paese è il terziere del castello dove si trovano ancora le fortificazioni aldobrandesche che si possono visitare potendo sempre ammirare sullo sfondo le meraviglie del paesaggio toscano.

 

(Paesaggi della Val d’Orcia)

 

Da non perdere assolutamente è poi la scoperta della seicentesca torre dell’Orologio e del palazzo dei conti Sforza Cesarini per non parlare poi della meravigliosa pieve delle Sante Flora e Lucilla. Si tratta della più importante chiesa del borgo al cui interno è custodita una collezione di opere di terracotta di Andrea Della Robbia. Nel cuore di Santa Fiora vengono conservate le testimonianze di quella che è stata a lungo la principale risorsa di queste terre, il mercurio, per estrarre il quale le popolazioni dell’Amiata hanno affrontato grandissimi sacrifici. Un viaggio alla scoperta di un passato florido  di queste terre toscane considerate da sempre meno attraenti rispetto ad altre ma che attraverso una ricca documentazione storica cercano di far rivivere condizioni antiche e moderne mostrando ai più curiosi l’organizzazione del lavoro di un tempo e quella del lavoro di un tempo passato e quella sociale e lo sviluppo delle miniere che offriva la sussistenza a tante famiglie toscane. Con la sua rocca, le chiese, le strette strade medievali ci si trova di fronte ad un gioiello da cui si possono dominare con lo sguardo chilometri di pianura nel versante sud orientale del monte Amiata a Piancastagnaio. Il suo centro storico, ancora oggi perfettamente conservato, si sviluppa attorno al castello per poi digradare dolcemente a valle. Il simbolo di Piancastagnaio, ieri come oggi, è la splendida rocca Aldobrandesca la cui costruzione viene fatta risalire tra il XIII e il XIV secolo anche se poi fu ricostruita e rinforzata alla fine del Quattrocento.

 

Il borgo di Santa Fiora(Il borgo di Santa Fiora)

 

Il monte Amiata è un vulcano spento nel cuore della Toscana oggi autentico paradiso per gli amanti della vita all’aria aperta. L’Amiata con i suoi quasi 1.800 metri d’altezza si staglia imponente su questo angolo di Toscana e dalla sua vetta offre vedute spettacolari sulla Maremma, le colline senesi e sul lago di Bolsena. Durante l’inverno l’Amiata è un’apprezzata località sciistica che richiama tantissimi appassionati da tutto il centro Italia, ma anche d’estate non è da meno. Camminare tra i castagni secolari che ne ricoprono le pendici è un’esperienza unica e qui si possono trovare numerosi percorsi per gli amanti del trekking e della mountain bike. Arcidosso è il borgo più grande si questo monte che guarda verso la Maremma fino a ricongiungersi verso il mar Tirreno in direzione di Grosseto, tra le perle di questo tratto di costa come Capalbio.

 

(Paesaggi di Val d’Orcia)

 

Uno dei monumenti più interessanti di tutta la zona è senza dubbio l’antica pieve dei Santi Stefano e Degna a Castiglione d’Orcia. Dietro la sua bella facciata cinquecentesca, dove spicca il portale, tipico esempio di architettura rinascimentale senese, sono conservate numerose opere d’arte tra tele trecentesche e pregevoli affreschi. Di particolare pregio è poi una grande tavola, del 1531, con la Madonna in trono col Bambino e santi di Giovanni di Bartolo. Erano infine qui conservate tre importanti tavole attribuite a Simone Martini, Pietro Lorenzetti e Vecchietta, ora trasferite nella Pinacoteca di Siena. A Castel del Piano, invece è possibile ammirare la Villa Sforzesca di Castell’Azzara.

Questo splendido palazzo cinquecentesco è opera di due degli allievi di Gian Lorenzo Bernini, Domenico e Giovanni Fontana, e fu commissionata dal cardinale Alessandro Sforza come sua residenza estiva. La villa, oggi visitabile su prenotazione nel corso dei secoli ha affrontato più volte un progressivo degrado per poi però essere sempre restaurata e migliorata ad ogni passaggio di proprietà tanto da ospitare più volte anche il granduca Leopoldo II. L’ultimo importante restauro risale invece in concomitanza con il Giubileo del 2000 che ha permesso di riportare la villa al suo antico splendore. Oggi, dietro la facciata si trova una corte dove sono visibili alcuni ruderi, mentre al suo interno sono visibili tracce di decorazioni e affreschi tardo cinquecenteschi e del periodo barocco.

 

(Merigar- Arcidosso)

 

E ora i vini. La denominazione Orcia DOC nasce il 14 febbraio 2000, grazie alla tenacia di alcuni produttori fondatori del Consorzio del Vino Orcia, con lo scopo di tutelare e promuovere l’immagine del vino e del suo territorio.
Protagonista indiscusso dei Vini Orcia è il Sangiovese. Questo nobile vitigno è il fil rouge che lega la nostra enologia. Il Consorzio di tutela dei vini Orcia svolge anche un’intensa attività culturale che culmina ogni anno, ad aprile con l’Orcia Wine Festival, evento sul vino e sul territorio nel quale viene prodotto.La zona di produzione dell’Orcia Doc si trova tra quella del Brunello di Montalcino e del Nobile di Montepulciano, uno dei territori più importanti per la produzione dei grandi vini. Dodici sono i comuni compresi nella denominazione: Buonconvento, Castiglione d’Orcia, Pienza, Radicofani, San Quirico d’Orcia e Trequanda. Inoltre, parte dei comuni di Abbadia San Salvatore, Chianciano Terme, Montalcino, San Casciano dei Bagni, Sarteano e Torrita di Siena. Si produce Orcia Sangiovese, Orcia bianco, Orcia rosato, Orcia rosso, Orcia Riserva, Orcia Sangiovese Riserva, Orcia e Orcia Vin Santo.

E poi c’è la via Franchigena. Fu l’Arcivescovo Sigerico a scrivere il primo diario di viag­gio (990) percorrendo questa terra nel proprio tragitto verso la Roma del Papa: nel tempo, questo percorso diven­terà la storica Via Francigena, protagonista di scambi com­merciali e culturali tra i pellegrini e le comunità che si affac­ciavano sulla valle. Il documento di Sigerico rappresenta una delle testimonianze medievali più significative di questa rete europea di vie di comunicazione, in seguito dichiarata “Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa”, alla pari del Cammino di Santiago di Compostela.

 

 

Grandi vini, cibi di antica tradizione, paesaggi mozzafiato. Il territorio del vino Orcia ha un’enorme ricchezza culturale dato che ospita alcune delle più famose piccole città d’arte del mondo.

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