PHOTO/ VIAGGIO IN ITALIA DI LUIGI GHIRRI E GIANNI CELATI LO SGUARDO E IL RACCONTO

LUIGI GHIRRI E GIANNI CELATI E IL LORO “VIAGGIO IN ITALIA”
Luigi Ghirri e Gianni Celati un’amicizia che fonde lo sguardo e le parole alla ricerca delle emozioni che un luogo può dare nei sui tratti più nascosti o più consueti.  Ma è proprio qui che l’obiettivo è rivolto: a cogliere e a fissare la normalità, la consuetudine di ciò che circonda quel luogo, restituendone tutta la sua meraviglia e la sua poetica che a volte solo attraverso il mirino si è in grado di cogliere. La bellezza di quei luoghi è tale da creare una specie di smarrimento, di spaesamento. Eppure sono luoghi così noti e conosciuti e lo sono così profondamente che sembra impossibile coglierli di nuovo e attraverso una nuova forma, una “poesia” differente: è questo il mistero degli scatti di Ghirri, è questa l’originalità degli scritti di Celati.
Il mondo di Luigi Ghirri è il titolo del documentario del 1999 con il quale lo scrittore racconta vita e arte del fotografo, attraverso i luoghi in cui visse Ghirri: la casa nella campagna di Roncocesi (Reggio Emilia) e il teatro del Castello di Fontanellato, luogo, quest’ultimo, in cui si trova una sorta di “camera oscura” dei primi anni dell’Ottocento, dove attraverso un foro si riflettono le immagini della piazza, invertite come nell’obiettivo fotografico. “Il documentario”, spiegava Gianni Celati, “è sviluppato con il modo di guardare che Ghirri ci ha suggerito ed insegnato con le sue fotografie: sviluppare una visione ambientale, che sia un modo affettivo di guardare alle cose”.

 

 

Sono i primi Anni Ottanta, l’immagine dell’Italia è profondamente mutata e Luigi Ghirri con altri fotografi della sua generazione, ne

proporrà a breve una rappresentazione destinata a diventare pietra miliare per la storia della fotografia. Proprio per volere di Ghirri allo scrittore Gianni Celati è chiesto di accompagnare i fotografi in un tour attraverso il Paese. Iniziano così mesi di vagabondaggio per la valle del Po, si va in corriera, a piedi, tra pernottamenti casuali e arrangiati. Ghirri  e i colleghi fotografi scattano soggetti senza posa, seguendo gli umori dei paesaggi, le voci che incontrano lungo la strada, e così fa Celati al loro seguito, che riempie quaderni di appunti di storie colte per pochi istanti. Lo sguardo fotografico di Ghirri trova un sodalizio letterario nei ‘racconti d’osservazione’ di Celati, entrambi in cerca di una poetica del già visto Come gli scatti del Viaggio in Italia, lo stile di Celati si fa nebbioso, lento, padano.

 

 

Al mattino presto in queste pianure la luce è tutta assorbita dai colori del suolo. C’è un vapore azzurrino che fa svanire le distanze, e oltre un certo raggio si capisce soltanto che le cose sono là, disperse nello spazio. È col sole alto e la luce netta che cominciano a vedersi grandi separazioni, i tagli di luce e ombra fanno apparire forme desolate su tutti i muri, pezzi d’asfalto, siepi o cartelli ai margini d’un movimento generale di traffici e vendite” (G. Celati, Verso la foce, Milano, Feltrinelli 1989, p. 78).

 

Milano, 1989-1990
Dalla serie “Studio di Aldo-Rossi”
(Luigi Ghirri)

Al modello spettacolare tipico dell’estetica del cinema industriale, in cui nulla è abbastanza interessante finché non si interviene con un trucco, Celati e Ghirri ne oppongono uno che rispetta la realtà in quanto non vuole spiegarla, ma si accontenta di presentare il mondo esterno come fenomeno, come serie di apparenze sfuggenti e particolari, antitotalitarie, “così come ci appare nelle percezioni quotidiane qualsiasi” (G. Celati, Sul cinema italiano del dopoguerra mezzo secolo dopo, ne Il cinema di Gianni Celati, a cura di N. Palmieri, Roma, Fandango, p. 23).

 

(Luigi Ghirri)

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