TRAVEL/ LE DESIRE DU MAROC

La porta verso il deserto è un percorso che conduce verso un’emozione che ha a che fare con la spiritualità, senza dimenticare le persone che si incontrano in un viaggio capace di farci riconoscere l’alterità come elemento che arricchisce nella diversità dei linguaggi, dei luoghi, dei rituali di una comunità che si apre al visitatore e mostra tutta la sua cultura. Le Desir du Maroc è un desiderio che a volte si fa sentire forte come luogo in cui perdersi tra le dune o tra le medine …

 

 

 

 

Due galline appese per il collo in un negozio vicino a un piccolo commercio di scarpe e poi un’orgogliosa venditrice di ben dodici qualità di olive speziate che si erge da una montagna di datteri col suo chador per vedere se abbiamo bisogno di aiuto mentre un omino che si accompagna a un mulo ci passa accanto e noi rimaniamo incuriositi dai suoi lunghi baffi neri. Sono imprevedibili gli incontri che si fanno nella Medina di Fes -el Bali, la città vecchia, la più antica città imperiale del Marocco.

 

E’ ancora possibile perdersi tra le stradine della Medina e arrivare magari fino alle concerie, in quella parte di suq dove si respira a mala pena e l’odore è nauseabondo. Ci siamo protetti cospargendo su dei fazzolettini di carta i campioncini di profumo che ci avevano regalato in profumeria a Roma facendo degli acquisti per la protezione della pelle, all’ultimo minuto prima di partire. Sembra la fine del mondo ma il suq dei tintori è un’esperienza assolutamente da fare per chi viaggia in Marocco fino a Fes  prima di arrivare a Tangeri. Il restauro della città Azzurra durato sette anni ha coinvolto 4 mila case e 27 edifici monumentali. Avevo sentito parlare per la prima volta di questa città che ha fascino e storia e del suo doppio mare, da una parte il Mediterraneo, dall’altra, l’Atlantico, in occasione dell’uscita del film di Bernardo Bertolucci, “Il tè nel deserto”.

 

 

 

Qualche anno più tardi, avrei bevuto anch’io un tè nel deserto ma in quello tunisino, offerto da viandanti del luogo che si erano vestiti per noi come i Tuareg, tanto quel film era diventato famoso che anche tra le lunghe e inesauribili distese di sabbia del deserto cominciava a farsi sentire quello spirito del commercio che in Occidente rende possibile la vendita di ogni cosa. Proprio in Tunisia ho fotografato un miraggio spettacolo della natura nel Lago salato.

 

 

 

Quello che affascinava di più di quelle dune che si susseguivano senza poter vedere un’orizzonte differente dalla sabbia che ci copriva gli occhi ed entrava in ogni parte dei nostri abiti per venire direttamente a contatto con il nostro corpo era il pensiero che ci potesse essere un itinerario, un percorso riconoscibile, non certo a noi, ma sicuramente ai berberi che rappresentasse un punto di arrivo o di ripartenza. Perchè, anche se il Marocco non è poi tanto lontano dall’Europa e dall’Italia in particolare, la sensazione che comunque qui ti trovi in un altro mondo è fortissima e va accompagnata alla curiosità di comprenderli questi luoghi e queste culture così diverse dalle nostre. In fondo la Spagna è così vicina da Tangeri che sembra di stare a un passo dall’Europa e da tutto ciò che fa parte della nostra conoscenza.

Tangeri ricorda un pò  Napoli e un pò Marsiglia. Seduce con il suo mix di anime diverse , non ha monumenti particolarmente belli, ma è la città stessa che incanta con la sua atmosfera. Gli U2 compresero la fascinazione delle Medine che apparve sullo sfondo di un loro video che accompagnava un brano che divenne successo mondiale e ancora prima I Clash con Rock in the Casbah diedero sfogo a … Le Desire du Maroc.

 

 

 

Furono gli scrittori della Beat Generation ad avvertire per primi l’incantamento e il senso di spaesamento che suscitano questi luoghi. La città rossa, Marrakech è la porta verso il deserto. La sua piazza degli impiccati (Jamaa el Fna) è il cuore pulsante del Marocco, luogo emozionante, empatico, pieno di saltimbanchi, cartomanti, maghi e affabulatori pronti a ipnotizzare viandanti e viaggiatori, si mescolano con gli incantatori di serpenti e suonatori di flauto, in mezzo a fumi di fuochi dove vengono arrostite salsicce tra pentoloni per friggere i dolci, un vero e proprio parco giochi per i turisti di tutto il mondo, preda prediletta dalla varia umanità autoctona che circola fino a notte fonda per la piazza degli Impiccati.

 

 

 

Jamaa el-Fnaa, nel cuore della medina, avamposto del deserto rosso, perchè il colore delle dune tunisine è differente da quello del deserto marocchino. Più chiare le montagne di sabbia tunisine che a seconda delle ore del giorno sembrano grigie, oppure avana, ma mai rosse come le dune del Marocco. L’effetto delle ombre le può rendere scure, tendenti al nero, ma mai oro, o ambra come dall’altra parte del confine nel Maghreb.  Jamaa el Fna confina a nord coi quartieri dei suq, a est con la Qasba, a sud-ovest con la moschea della Koutoubia. Cosa la rende tanto speciale da essere visitata dai viaggiatori di tutto il mondo? Il fatto che nel corso della giornata, cambia completamente, la mattina e il pomeriggio diventa la sede principale di un gigantesco e coloratissimo mercato all’aperto, dove fare acquisti, chiedere tatuaggi all’henné o la lettura delle carte a una chiromante, luogo dove si può assistere agli spettacoli di incantatori di serpenti e ammestratori di scimmie. Sul calar della sera la piazza degli Impiccati si fa ancora più vivace, con l’arrivo dei danzatori Chleuh, dei cantastorie, dei maghi e dei musicanti. Più tardi viene allestita con tavoli e panche per consumare cibi tipici preparati sul posto.

Può anche capitare di scorgere nel bar sovrastante la piazza, luogo di sosta straordinaria per potersi godere i colori, i rumori, i sapori che arrivano dal grande mercato, di scorgere due turiste intente a leggere un libro in una breve sosta gustandosi uno spettacolo indimenticabile.

Solo qui, in questo brulicante via vai di persone è possibile cogliere l’essenza della città e godere di tutta la bellezza d’una piazza irregolare, di quelle che in nessun altro luogo al mondo si possono trovare. Una piazza che idealmente è divisa in aree ben precise come la zona dei venditori di frutta secca e la zona dei venditori di piante, l’area dei venditori di lumache e i lati su cui sorgono hotel e caffè con terrazze ma che tutta assieme dà il tono della città di Marrakech. Esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita e che si avrà voglia di ripetere allorchè si farà sentire di nuovo Le Desire du Maroc….

 

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