ART/ CANOVA E NEWTON LA SENSUALITA’ VIAGGIA DAL NEOCLASSICO AI NOSTRI GIORNI

A ROVERETO UNA MOSTRA CHE CELEBRA IL CORPO ATTRAVERSO LA SCULTURA E LA FOTOGRAFIA DOVE LA SENSUALITA’ E LA SEDUZIONE VIAGGIANO LUNGO UN PERCORSO CHE PARTE DAL NEOCLASSICO E GIUNGE FINO AL CONTEMPORANEO PER CELEBRARE CANOVA

Al Mart di Rovereto lo scultore e la sua eredità oggi

 

Canova, una sensualità che va dal neoclassico al contemporaneo

Antonio Canova come nostro contemporaneo o, quantomeno, come portatore di una lezione che ha influenzato e continua a influenzare gli artisti del presente. Il Mart di Rovereto, alcuni capolavori assoluti dello scultore neoclassico accostati a lavori di Helmut Newton piuttosto che di Fabio Viale. In mostra fino ad aprile, una esposizione originale da non perdere.

 

In mostra 14 opere del Canova che provengono da Possagno, tra le quali la Venere Italica, Le Grazie e la potentissima Maddalena Penitente. Sculture che, sotto la perfezione dell’ideale di bellezza eterna, alimentano nello spettatore il fuoco della sensualità. Vedere i corpi scolpiti da Canova provoca sempre grande emozione, l’accostamento alla fotografia di Newton celebra il corpo e la sensualità in una visione artistica che non vede quindi confine, capace di esprimersi nelle forme più differenti suscitando ancora e sempre l’incantamento.

Il canone canoviano, e qui sta il cuore del dispositivo della mostra, emerge però soprattutto grazie alle altre opere, quelle non di Canova, come le fotografie di Robert Mapplethorpe o di Newton, del quale sono presenti in mostra cinque celebri Big Nude. Ma anche nelle donne sole di Bettina Rheims e perfino negli scatti di Miroslav Tichy, il fotografo homeless che rubava immagini alle ragazze nella Cecoslovacchia degli anni Sessanta.

 

Dialettica che coinvolge anche artisti e opere che a Canova hanno guardato direttamente, come nel caso di Viale, celebre per le sue versioni tatuate delle sculture neoclassiche, come accade sia per Amore e Psiche sia per la Venere Italica, oppure di un monumento dell’arte italiana come Giulio Paolini. Ma anche come Mustafa Sabbagh, di cui sono esposte al Mart alcune straordinarie fotografie sui modelli originali delle sculture di Canova a Possagno danneggiati durante i bombardamenti del 1917.

 

Una prospettiva che rende Canova un artista attuale esibendolo assieme ai grandi fotografi del ‘900, quelli più rivoluzionari, quelli che più di altri hanno identificato nel corpo l’oggetto sublime dell’arte.

 

L’esposizione, curata da Beatrice Avanzi e Denis Isaia, inaugura le celebrazioni nazionali per il bicentenario della morte di Canova. E volutamente unisce un gusto spettacolare e accattivante – tanto che a un certo punto appaiono anche Jeff Koons e Cicciolina – a una riflessione complessa, che può trasformarsi anche in turbamento, sull’idea di bellezza che i nostri corpi, in tutte le accezioni della fluidità contemporanea, continuano a veicolare, oltre ogni intento canonico.

 

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