MOVIE/ LES JEUNES AMANTS ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA NON E’ SOLO UNO SGUARDO SULL’AMORE TRA SHAUNA E PIERRE PARLA ANCHE DI RICERCA E DI MEDICINA

I professionisti del cinema e della sceneggiatura le chiamano “la storia di sopra” e “la storia di sotto”: un film prima viene scritto, naturalmente, e poi rappresentato. E non c’è film senza la scrittura, a meno che non siano tutti Roberto Rossellini… (che la sceneggiatura la cambiava sul set).

Fanny Ardant a Roma alla Festa del Cinema è l’interprete strepitosa del film di Carine Tardieu, “Les Jeunes Amants (I Giovani Amanti) nel ruolo di Shauna, una ex architetta di quasi 71 anni che ancora di tanto in tanto fa delle lezioni di architettura, e si innamora di un uomo, Pierre, che ha una ventina di anni meno di lei (Melvil Poupaud). Questa è la storia di sopra. Sullo sfondo l’Irlanda, anzi il mare d’Irlanda, i suoi colori, le case in legno a pochi metri dall’Oceano Atlantico. All’inizio non voleva fare il film, spiega l’artista francese, avendo le stesse paure della protagonista in merito all’amore tra “una giovane anziana”, e un uomo più giovane, sposato e con due figli. Poi però ha accettato. La società ha un peso enorme nel negare alle donne di accettare i propri sentimenti, i propri desideri ma nessuno ti regala la libertà, quella bisogna prendersela. L’amore è coraggio, e anche se la differenza d’età è ancora un tabù quando è la donna ad essere più grande, l’amore nel film è forse l’ultimo regalo che la vita può fare. Allora, non bisogna rinunciare ma è necessario afferrarlo e viverlo fino in fondo. Per  Fanny Ardant l’amore è comunione di anime prima che di corpi.  Rievoca Margherite Duras che ebbe uomini molto più giovani. Chi non ricorda il suo libro “Occhi blu capelli neri”? E’ il comune senso del dovere che anche nell’amore vede solo l’aspetto economicistico che impone modelli che hanno a che fare con la bellezza, con la giovinezza, considerando l’età adulta fuori mercato. L’amore come argomento eterno e magico che non ha età è un cliche’ che non si attaglia all’incontro magico tra due anime in cui è lei ad essere adulta, tanto che anche la moglie di lui, quando viene a conoscenza dell’età dell’amante del marito, scoppia a ridere. Ma accanto alla ricerca dei due amanti c’è la storia di sotto, lui è un oncologo e finalmente riesce a farsi riconoscere i fondi per nuovi interventi e terapie contro il tumore al seno. E nel film si accenna al rapporto simbolico dell’uomo con il seno delle donne, e al pregiudizio anche della medicina sull’importanza di una ricostruzione del seno per una donna “giovane” di 38 anni, nel film, oppure “anziana”, una settantenne. Non considerando che non è questo il “sentire” delle donne. Il film fa quindi giustizia dei più diffusi luoghi comuni anche di fronte alla malattia e anche quando la protagonista interpretata appunto da Fanny Ardant si ammala del morbo di Parkinson. Sa bene che le resta ancora poco tempo, e contrariamente ai luoghi comuni che vogliono un uomo sempre a caccia di una donna più giovane, lui non la abbandona e le dice “Viviamo ancora nella stessa aria”.

 

 

 

 

“Le Jeunes  Amants” fa così giustizia dei pregiudizi che la società e suoi simboli impongono a cominciare dai media spazzatura attraverso i quali si propagano, si amplificano,  investono e condizionano il comune sentire. Perchè nella società moderna con i tempi dettati dai ritmi di lavoro, gli impegni famigliari e tutto il resto, spesso resta poco per pensare, ma chi pensa al posto nostro non lo fa per beneficienza, lo fa per un proprio tornaconto. Economico. Così una donna di settanta anni non è più una persona, ma è semplicemente “fuori mercato”: non lavora, non fa figli, non è socialmente utile in una società fortemente utilitaristica. Altro discorso è provare a calcolare da un punto di vista economico, il ruolo che ha nell’educazione dei nipotini, e dunque la redditività. L’unica cosa che una donna non deve fare e’ rinunciare, dice l’attrice, e questo non solo in amore ma in tutti i campi della vita, non immergersi nel recinto della propria età ma vivere fino in fondo le esperienze.  A questo proposito, il film a un certo punto, quando si sofferma sul tema dei finanziamenti alla ricerca contro il cancro al seno, fa dire ad una ricercatrice: “Non si può sempre  privilegiare l’aspetto reddituale “. Si parla infatti di cure meno invasive per chi ha già fatto la chemioterapia e ha avuto una recidiva e non e’ disposta a ripetere quel calvario e della necessità di avere nuovi fondi per la ricerca. Alla fine, nel film Les Jeunes Amantes si rivela che le nuove cure, in 5 casi su 7 hanno ridotto il carcinoma. Una pellicola molto bella, discreta, in cui una grande attrice non ha avuto paura di mostrare le sue rughe ma il cui sorriso, lo sguardo, rivelano a volte non la Fanny Ardant di ieri, piuttosto la Fanny Ardant di sempre.

 

 

 

 

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