MOVIE/ UN “FOOD MANAGER” PER MANETTI BROS ALLA FESTA DEL CINEMA DI ROMA TUTTI IN ANSIA PER DIABOLIK NELLE SALE IL 16 DICEMBRE

Qual’è la figura professionale introdotta sul set dai Manetti Bros? Il “Food Manager”,  l’esperto che arriva nei luoghi dove si gira il film anche un giorno prima dell’inizio delle riprese, annusa, dà un’occhiata attorno, si informa, assaggia con l’unico scopo di capire quali siano i migliori ristoranti nei dintorni, senza escludere quelli cinesi, o le pizzerie a taglio perchè è importante che il “cestino”, sia vario per gli interpreti e tutto il cast, che così saranno più contenti alternando magari il panino con la “mortazza” all’ottimo ristorante che ha sede vicino a dove si gira il film. Insomma, il “cestino” entra a far parte non solo dei costi di produzione del film ma diventa una variabile che mette di buon umore attori, registi e tecnici. Esordisce così Marco Manetti nel raccontare il suo amore per il cinema assieme a suo fratello Antonio, “più piccolo” di un anno e mezzo, meglio conosciuti come Manetti e Bros. Due romani innamorati di Bologna e di Napoli di cui ricordano in ogni istante dell’Incontro ravvicinato che si è tenuto alla Festa del cinema di Roma la sorprendente magia. Ora, in attesa del loro ultimo film, Diabolik  uno dei film italiani più attesi della stagione cinematografica, di cui hanno regalato al pubblico in visibilio, la visione dei primi 5 minuti del film, rievocano i primi approcci con la pellicola. E’ Alberto Crespi che riceve i due cineasti romani assieme a Francesco Zippel sul palco dell’Auditorium a ricordare che girano leggende sui cestini dei Manetti Bros, proprio all’inizio dell’Incontro Ravvicinato alla festa del Cinema di Roma. Chi ricorda Zora la vampira, con una giovanissima ed esordiente Micaela Ramazzotti, insieme a Carlo Verdone? Quello nel 2000, fu il loro primo film, ispirato in parte al cinema di serie B, ma soprattutto al cinema americano anni Ottanta ed a quello che loro chiamano “il maestro”, Alfred Hitchcock, alla cui arte cinematografica ricorrono ogni volta che hanno qualche perplessità su come girare una scena. Come l’avrebbe girata il maestro? Si dicono. E poi ricorrono alla sua filmografia per chiarirsi le idee, è così che trovano la soluzione. Di film per Manetti Bros ne seguirono molti altri, fino alla ribalta nazionale con Song’e Napule, seguito da Ammore e Malavita e quest’anno appunto, dall’attesissimo Diabolik, con Valerio Mastrandrea e Miriam Leone. Il film era pronto prima del lockdown, quindi attende l’uscita in sala da quasi due anni. “E’ il coronamento di un sogno, un fumetto che amiamo tantissimo e che siamo riusciti a mettere in scena, spiega Marco Manetti. E’ la prima volta che lo mostriamo, siamo molto emozionati. Sono i 5 minuti iniziali e vogliamo godercelo mettendoci seduti in sala con il pubblico”. Si tratta di un’anteprima di un inseguimento, girato a Milano, Bologna e Trieste, in sala grande entusiasmo mentre e i Manetti Bros filmano col cellulare il pubblico che applaude.

 

 

 

“Sin da bambino, dice Marco Manetti, ero appassionato di cinema, e mi è sembrato ovvio che un giorno avrei fatto film. In seconda media scrissi una commedia gialla e chiesi alla prof se avessimo potuto metterla in scena. Poi feci la gavetta, iniziando a fare l’aiuto regista, poi all’improvviso girai un corto ed Antonio aveva fatto il suo”. La differenza tra i due fratelli è che mentre Marco faceva la gavetta, come aiuto regista, Antonio ha fatto da subito il regista. Non sono gli unici fratelli del cinema, basti pensare ai Fratelli Taviani, oppure a Antonio e Pupi Avati o a Carlo ed Enrico Vanzina e piu’ di recente  a Joen e Ethan Coen e i fratelli D’Innocenzo.

 

“Il motivo per cui si lavora tra fratelli è che non c’è mai competizione tra noi, si fa sempre tutto insieme” aggiunge Antonio Manetti, il minore dei fratelli “da ragazzini senza cellulari c’era la noia e inventavamo cose, c’era la passione, anche se non avrei mai immaginato di fare il regista. Abbiamo una collezione infinita di film che registravamo in televisione, ma quello che ci ha ispirato è sempre lui, Alfred Hitchcock”.

 

 

Apprezzati per il loro modo di fare cinema a basso costo, ispirandosi al genere, i Manetti Bros ricordano l’importanza di “Piano 17”, film con Giampaolo Morelli ed Enrico Silvestrin, “è costato 70 mila euro, ma – dice Marco Manetti – ci siamo sentiti ricchi e liberi, lo abbiamo girato in un ascensore, ed è un film molto importante per noi, piansi dopo averlo girato, perché sentivo che non avrei mai più avuto la freschezza e la libertà, che furono poi l’inizio del percorso che ci ha portato fin qui al metodo di lavoro che anche oggi conserviamo”.

 

Romani di nascita, ma bolognesi d’adozione.  “Non possiamo fare a meno di Bologna, nei romanzi di Coliandro era ambientato lì, è una città che conosciamo bene, abbiamo anche creato delle professionalità nel corso degli anni quindi tanti nostri progetti partono da Bologna”, città di cui ricordano l’importanza della Cineteca di Bologna, sempre in prima fila nel restauro di film importanti.

 

L’amore per Napoli invece nasce dall’incontro con il produttore Luciano Martino, napoletano, i film successivi Song’e Napule e Ammore e malavita entrambi girati a Napoli. “Song’e Napule, afferma ancora Marco Manetti,  è il nostro più grande successo, lo portammo qui alla Festa del cinema, l’applauso che ha ricevuto in questa sala, è stato il passaggio dalla libertà al successo”. E anche stasera la sala dell’Auditorium in un clima quasi post-covid, con il pubblico “in maschera” ma con una capienza al 100%, è molto affollata con ospiti numerosi, accorsi ad ascoltare il racconto cinematografico di questi due registi romani dagli esordi fino, appunto, a Diabolik.

 

Nessuna anticipazione sul film hanno raccomandato i fratelli Manetti quello che si  può dire che Diabolik si apre con il protagonista interpretato da Luca Marinelli di cui si vedono solo gli occhi chiari perchè irrompe sullo schermo nell’iconica maschera nera alla guida della sua Jaguar in una delle famose fughe per la sua città, Clerville a fine anni ’60. Sullo sfondo le note della canzone originale di Manuel Agnelli ma c’e’ anche il debutto dell’ispettore Ginko  con uno strepitoso Valerio Mastrandrea . “Speriamo sia un bel film e ringraziamo prima di tutto chi ha ideato Diabolik, le sorelle Giussani. Hanno creato un personaggio fantastico e incredibilmente sfaccettato, molto più di quanto si pensi, come lo è anche Eva Kant, la mitica compagna di Diabolik interpretata da Miriam Leone. E sul finire, ” Ci tengo a dire che, conclude Marco Manetti, in questo momento siamo tesi e emozionati, è la prima volta che qualcosa del film viene mostrato al pubblico”.

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