PHOTO&MOVIE/ QUEL PAPARAZZO DI ADOLFO PORRY-PASTOREL PIONIERE FOTOGIORNALISMO

A Palazzo Braschi la mostra su Adolfo Porry-Pastorel pioniere del fotogiornalismo italiano cui tutti i paparazzi devono qualcosa…

 

 

 

OLTRE 80 SCATTI PROVENIENTI DALL’ISTITUTO LUCE, OLTRE A DOCUMENTI E ALTRI MATERIALI DI ARCHIVIO, RACCONTANO LA VICENDA UMANA E PROFESSIONALE DEL PADRE DEI “PAPARAZZI” E DEL FOTOGIORNALISMO ITALIANO. DALLA SALITA AL POTERE DEL FASCISMO FINO ALLE IMMAGINI DI COSTUME NELLA SOCIETÀ ITALIANA DEI PRIMI ANNI DEL  NOVECENTO IN UN RAPPORTO CON MUSSOLINI AMBIGUO E CONTRADDITTORIO MA  A TESTIMONIANZA DEL FATTO CHE IL FASCISMO USO’ TUTTI QUELLI CHE ERANO ALL’EPOCA  I NUOVI MEZZI DI COMUNICAZIONE COMPRESA LA FOTOGRAFIA E IL FOTOGIORNALISMO  PER STROMBAZZARE I SUOI ORRORI

Dalla salita al potere del fascismo fino alle immagini di costume nella società italiana del primo Novecento, è questo il focus del lavoro del pioniere del fotogiornalismo italiano che documentò la propaganda fascista e i costumi degli italiani. La rassegna fotografica mostra infatti “Mussolini trebbiatore”, ma anche momenti di vita quotidiana a Roma, come i “sediari” in bicicletta a Piazza di Pietra.

Attualità, gossip, scoop, retroscena, cronaca nera, cronaca rosa, inchieste: tutti questi termini fanno parte del linguaggio del giornalismo da sempre e continuano ad essere presenti tutt’oggi, anche a fronte dell’avvento del web e dei mutamenti che ha portato in questo ambito. Non tutti sanno, però, che la loro origine affonda le radici all’inizio del Novecento, ed è riconducibile a una figura pionieristica ancora poco conosciuta: proprio Adolfo Porry-Pastorel (1888, Vittorio Veneto – 1960, Castel San Pietro Romano),la cui vicenda umana e professionale si intreccia con la storia politica e sociale dell’Italia, operando dagli anni Dieci agli anni Quaranta. Fondatore dell’agenzia fotografica V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, è stato il precursore di un nuovo modo di fare fotografia e informazione. Le sue immagini, spesso “rubate” o “scomode”, hanno forgiato una generazione di fotoreporter (ma anche di “paparazzi”), affermando l’importanza dell’immediatezza di linguaggio della fotografia.

 

 

 

 

Fino al 24 ottobre 2021, la mostra Adolfo Porry-Pastorel – L’altro sguardo. Nascita del fotogiornalismo in Italia, a cura di Enrico Menduni e ospitata a Palazzo Braschi | Museo di Roma, celebra con sguardo inedito la figura di questo fotografo, giornalista e testimone visivo che ha forgiato un nuovo modo di raccontare il nostro tempo. In mostra, oltre 80 scatti provenienti dall’Archivio storico Luce e da altri importanti fondi, come l’Archivio Fotografico Storico del Museo di Roma, e gli archivi Farabola, Vania Colasanti, Fondazione Turati, che illustrano la vita, gli scatti, i rapporti e le diverse passioni di Adolfo Porry-Pastorel.

 

 

 

Dal suo ambiguo rapporto con Benito Mussolini (dagli scatti celebrativi a quelli che mostravano il “backstage” di regime e il lato più artefatto della sua propaganda) alle fotografie che raccontano il costume, la leggerezza del tempo libero, le nuove abitudini degli italiani: il fotoreporter ha composto una “controstoria”, una versione indiscreta, viva e rivelatoria dell’Italia, che tocca le corde più amene della società, fino a quelle cupe e drammatiche del regime e della cronaca nera.

 

 

 

Pastorel diventa un grande narratore del suo e del nostro tempo, agile, intuitivo, visionario, senza steccati di genere”, spiega il curatore della mostra, Enrico Menduni. “Le sue foto, alcune delle quali hanno più di 100 anni, così eccentriche, brillanti, interessanti, corrispondono incredibilmente a quanto noi cerchiamo oggi dall’informazione globalizzata: rapidità, visione, incisività. Le foto di Pastorel, antiche di decenni, risultano straordinariamente attuali, perché il canone della nostra attualità ha tra i suoi fondatori proprio questo meraviglioso reporter”.

 

 

 

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