MOVIE/ CLINT EASTWOOD WESTERN E ROMANTICISMO

Novanta e non li dimostra. Un bel traguardo per un’uomo che ha fatto sognare gli altri uomini con i suoi indimenticabili western diretti da Sergio Leone e le donne che non lo hanno mai dimenticato nella interpretazione del film da lui diretto I ponti di Madison County. Un attore che compie 90 primavere e che oltre a far parlare molto di sè, non ha mai negato le sue simpatie per i Repubblicani e si è destreggiato nel campo minato della politica che ha fatto di Trump l’imperatore Usa quasi contro la volontà dei suoi sudditi. Ma la storia è storia e Clint, fascino sublime, forza e modi gentili dallo sguardo fiero e i lineamenti solcati dal tempo che non fa sconti a nessuno, oggi appare più che mai granitico, restio a forme di compromessi, essenziale con quella fierezza che è nei movimenti oltre che nei tratti del volto. Oltre ai 5 Oscar Clint ha messo a segno 1 Premio Cesar, 6 Golden Globe e 4 David di Donatello. Noto anche per un certo attivismo politico, impegno che si è manifestato pure nei suoi film, dove ha mostrato le sue idee progressiste sui temi etici, Clint e’ iscritto tra le liste degli elettori repubblicani, sostenendo negli anni 70 anche la candidatura di Nixon. E se alle Presidenziali ha sempre votato i candidati repubblicani, non ha mai fatto mistero di avere sostenuto, in occasioni di elezioni in California, candidati democratici. 
Cinema Clint Eastwood compie 90 anni
 

Sergio Leone lo ha voluto nella trilogia del dollaro e diceva che Clint aveva “solo due espressioni: col sigaro e senza sigaro”. Ma il western (Per un pugno di dollari’, ‘Per qualche dollaro in più’ e ‘Il buono, il brutto e il cattivo),  è stato per lui solo il trampolino di lancio, anche dopo non si è fermato mai, divenendo un’icona del cinema e una leggenda Hollywoodiana.

Indimenticabile in Fuga da Alcatraz il grande successo si consolida con l’Ispettore Callaghan. E’ uno dei piu’ grandi della Storia del Cinema, riduttivo dire della storia americana, per asciuttezza di stile e profondità narrativa. Lui va dritto al cuore. Anche quando gira pellicole come Million Dollar baby nel 2004: racconta con feroce delicatezza, la storia di ‘Maggie’ (Hilary Swank, bellezza ruvida, regale), pugile che vuole riscattare una vita tracciata nel dolore, si fonde alla poesia di William B. Yeats. Il sangue è lirico, il dolore l’ago che moltiplica destini, la poetica è massacro al tramonto. “Io voglio alzarmi ora, e voglio andare, andare ad Innisfree/ E costruire là una capanna fatta d’argilla e vimini:/ nove filari e fave voglio avere, e un alveare,/ e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape./ E un po’ di pace avrò, la pace che viene lenta”, sussurra Clint, che nel film è l’allenatore di ‘Maggie’, Frankie Dunn. Non c’è un lieto fine e non c’è redenzione, eppure, per un tempo immeditato e irrisolto, siamo stati oro: è sufficiente a marcare una vita autentica.Ha girato pellicole audacemente romantiche (I ponti di Madison County), raffinatissime (Mezzanotte nel giardino del bene e del male), poliedriche (Lettere da Iwo Jima e il ‘gemello’ Flags of Our Fathers), didattiche (Invictus). Tra gli omaggi, quello di Sky Cinema, sabato 30 e domenica 31 maggio, che dedica a Clint un ciclo imperiale, dalla “Trilogia del dollaro” a Una calibro 20 per lo specialista .

 

E’ nel 1971 che decide decide di intraprendere anche la carriera di regista, con grandissimo successo: firmera’ in quegli anni titoli come ‘Brivido nella notte’, ‘Lo straniero senza nome’, ‘Assassinio sull’Eiger’, ‘Il texano dagli occhi di ghiaccio’, ‘Firefox – Volpe di fuoco’. Ottime le prove dietro la macchina dimostrate soprattutto negli anni successivi con pellicole come ‘I ponti di Madison County’, ‘Potere assoluto’, ‘Fino a prova contraria’, ‘Space Cawboys’, ‘Mystic River’, “Million dollar baby’, ‘Gran Torino’, ‘Invictus’, ‘American sniper’, ‘Sully’.

 

 

 

Dal best seller I ponti di Madison County ambientato negli anni Cinquanta dirige il film. Nella campagna sterminata dell’Iowa Francesca, una casalinga di origini italiane sposata e con figli che si trova sola dopo che la famiglia è partita per una fiera agricola, incontra Robert, fotografo del National Geographic inviato sul luogo per fare un reportage sui ponti coperti di Madison. Facendogli prima da guida e poi da cuoca, mentre lui gioca sul fascino del forestiero, strada facendo si innamorano. Una passione fatale che inebria ma mette in crisi l’equilibrio di Francesca, donna con grandi sogni ma anche realista. Che a un certo punto ha scelto il compromesso di una vita tranquilla, con un marito che ama ma non è certo il principe azzurro. Siccome appunto il loro amore esplosivo è una certezza che si ha solo una volta nella vita, Robert le propone di fuggire, lasciare tutto e rifarsi una vita. Non cederà, anche se vorrebbe con tutta l’anima. Molti anni dopo, morto il marito cerca di contattarlo. Scopre che è morto, e dopo un po’ di tempo riceve un pacco. Dentro c’è una lettera e alcuni oggetti appartenuti a Robert, tra cui un libro intitolato “Quattro giorni”. Il tempo della loro breve storia. Scopre anche che le sue ceneri sono state sparse in prossimità di uno dei ponti. Chiederà ai sui figli di fare altrettanto, lasciandogli le prove del suo tradimento.

 

 

Il suo ultimo film, ‘Richard Jewell’ (2019), narra la vera storia di una guardia di sicurezza che evito’ l’esplosione di una bomba durante le olimpiadi di Atlanta nel 1996, ma fu sospettato dall’FBI come presunto terrorista e fu diffamato dalla stampa e dall’opinione pubblica, fatti che cambiarono per sempre la sua vita professionale e privata. Clint Eastwood ha prodotto quasi 40 film e in più ha curato le musiche di molti suoi lavori. Una carriera prolifica in cui ha vinto moltissimi premi. Nel 2000 la Mostra del Cinema di Venezia lo ha premiato con un Leone alla carriera. Clint esibisce, in effetti, cifre imbattibili: 71 film interpretati e 41 regie caratterizzati da un’incredibile varietà di generi,

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