SOLDI&FINANZA/ DRAGHI, SERVONO: VELOCITA’ DEBITO PUBBLICO FORZA E DIFESA DEI POSTI DI LAVORO RISCHIO DEPRESSIONE

 

Il Ciampi Boy non delude mai e ancora una volta sembra quasi sferrare il bazooka e dare la linea ma stavolta sembrerebbe a tutto il mondo, visto che siamo tutti sulla stessa barca. Lo fa dalle pagine del giornale finanziario più importante a livello globale e dice: Servono: velocita’, debito pubblico, forza e protezione per chi perde il lavoro. Cosa c’è di più pericoloso della recessione? La depressione, che dobbiamo scongiurare.

 

“Ci troviamo di fronte a una guerra contro il coronavirus e dobbiamo muoverci di conseguenza”: la sfida è “come agire con sufficiente forza e velocità per prevenire che una recessione si trasformi in una prolungata depressione, resa ancora peggiore da una pletora di default che lasciano danni irreversibili”. Eccole le parole magiche che tutti aspettavamo soprattutto dopo le mosse altalentanti di Christine Lagarde, i suoi tentennamenti, le sue uscite infelici definite “gaffe” su cui lei stessa ha fatto dietro-front. La voce è ancora quella di Mario Draghi, che lo ha preceduto alla presidenza della Bce che parla dalle colonne del Finalncial Times e quindi, al mondo intero. Draghi esprime così a sorpresa la sua opinione sugli effetti del coronavirus e sui mezzi per contrastare la crisi che da sanitaria è subito diventata economica. Quindi se è possibile sintetizzare il messaggio, dobbiamo fare presto, eviteremo il peggio.

“E’ già chiaro che la risposta” alla guerra contro il coronavirus “deve coinvolgere un significativo aumento del debito pubblico”, sottolinea Draghi. “La perdita di reddito del settore privato dovrà essere eventualmente assorbita, in tutto o in parte, dai bilanci dei governi. Livelli di debito pubblico più alti diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie e sarà accompagnata da una cancellazione del debito privato”. E’ quindi questa la ricetta e la “priorità non deve essere solo offrire un reddito di base a chi perde il lavoro. Dobbiamo proteggere la gente dalla perdita del lavoro. Se non lo facciamo emergeremo dalla crisi con una permanente occupazione più bassa”, scrive l’ex presidente della Bce sottolineando che i “livelli di debito pubblico devono salire. Ma l’alternativa sarebbero danni ancora peggiori all’economia”. Draghi indica così che la strada sarà lunga e tortuosa, perchè all’orizzonte non c’è solo la recessione, che è pur sempre una condanna, ma intravede il pericolo di un rischio “depressione”, che sarebbe ancora peggio.

Quindi, “di fronte a circostanze non previste un cambio di mentalità è necessario in questa crisi come lo sarebbe in tempi di guerra. Lo shock che ci troviamo ad affrontare non è ciclico. La perdita di reddito non è colpa di chi la soffre. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile. La memoria delle sofferenze degli europei negli anni 1920 sono un ammonimento”.

Sotto diversi punti di vista “l’Europa è ben equipaggiata” per affrontare questo “shock straordinario. Ha una struttura finanziaria capace di far confluire fondi in ogni parte dell’economia. Ha un forte settore pubblico in grado di coordinare una risposta rapida. La velocità è essenziale per l’efficacia” della guerra contro il coronavirus, dice in ultimo Draghi.

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