SOLDI&FINANZA/ “QUOTA 100”: BANKITALIA/ OCCUPAZIONE GIU’ DELLO 0,4% PROPRIO QUELLO DI CUI IL PAESE NON AVEVA BISOGNO

Il bollettino economico di Via Nazionale conferma le stime di dicembre per il 2020, aumentano i consumi delle famiglie ma torna a crescere anche l’incertezza a causa di fattori geopolitici e mette in guardia da pericoli sui mercati finanziari

 

 I pensionamenti anticipati previsti da “Quota 100” non faranno aumentare l’occupazione. “Nostre valutazioni, in linea con le regolarità empiriche, indicano che le maggiori fuoriuscite dal mercato del lavoro connesse con le nuove forme di pensionamento anticipato (Quota 100) verrebbero solo parzialmente compensate da assunzioni: l’impatto di queste misure sull’occupazione complessiva sarebbe nell’ordine di -0,4 punti percentuali”.

 

Brutte sorprese dal Bollettino Economico Bankitalia diffuso oggi e Matteo Salvini bocciato sulla tanto decantata “Quota 100”, che non si tocca… Sarebbe auspicabile che la politica analizzasse meglio le risultanze degli studi di Palazzo Koch che spiega come il saldo tra uscite e nuovi ingressi sul mercato del lavoro con Quota 100, porta a un decremento dell’occupazione dello 0,4%. Meditate gente… Diceva un vecchio adagio… E allora, a chi serve “Quota 100”? Per fare demagogia in politica, probabilmente. Ecco i dati contenuti nel documento Bankitalia.

 

“Crescita moderata” nel triennio 2020-2022 che vede però aumentare i consumi delle famiglie. Lo dice Bankitalia nel consueto Bollettino Economico mentre lancia l’allarme per il ritorno all’incertezza a causa di eventi legati alla geopolitica. Il pil vedrà un aumento dello 0,5% quest’anno, dello 0,9% nel 2021 e dell’1,1% nel 2022. Per il 2019 invece la crescita è stimata a +0,2%. Nel 2020-22 secondo le analisi di Palazzo Koch, l’attività sarà sostenuta “sia dalla graduale ripresa degli scambi internazionali sia dalla moderata espansione della domanda interna”.

Secondo l’Istituto centrale guidato dal governatore Ignazio Visco inoltre, il reddito di cittadinanza “innalzerebbe la spesa delle famiglie per un ammontare cumulato di circa 0,3 punti percentuali tra la seconda metà del 2019 e il 2020”. I consumi delle famiglie quindi “accelerano lievemente” nel 2020-2022, con circa un +0,8% circa all’anno nel triennio, “beneficiando anche delle misure di sostegno al reddito”. Al contrario “quota 100” avrebbe un effetto negatio sull’occupazione con una perdita dei posti di lavoro pari a -0,4%.

“La propensione al risparmio – aggiunge Palazzo Koch – salirebbe in misura contenuta, seguendo un andamento in linea con quanto solitamente osservato in una fase di progressivo rafforzamento ciclico”.

“La propensione al risparmio – aggiunge Palazzo Koch – salirebbe in misura contenuta, seguendo un andamento in linea con quanto solitamente osservato in una fase di progressivo rafforzamento ciclico”.

Gli investimenti, pur risentendo di una persistente incertezza,si legge nel documento,  trarranno impulso “dal progressivo recupero delle prospettive di domanda globale e da condizioni di finanziamento espansive”. La discesa degli spread sovrani osservata dall’inizio di giugno contribuirà “a innalzare l’accumulazione di capitale di circa 3,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2020-22”.

L’inflazione aumenterà in modo graduale, “dallo 0,7% nell’anno in corso all’1,3% nel 2022, per effetto soprattutto di una ripresa delle retribuzioni e dei margini di profitto che beneficerebbero della migliore fase ciclica”.

Le previsioni, sottolinea Via Nazionale, “presuppongono una crescita del commercio mondiale modesta, seppure in graduale ripresa; condizioni monetarie accomodanti, coerenti con l’orientamento confermato dal consiglio direttivo della Bce; andamenti ordinati sui mercati finanziari italiani, che si traducono in un costo contenuto del credito per le imprese”.

Rispetto al quadro del bollettino economico di luglio, “la crescita prefigurata è inferiore per l’anno in corso, pressochè in linea per il 2021. Gli effetti della più accentuata debolezza dell’economia globale sono in larga parte compensati da quelli del maggiore stimolo monetario e dei minori premi al rischio sul debito sovrano italiano”.

“La crescita – aggiunge Palazzo Koch – è ancora esposta a rischi rilevanti, connessi con l’incertezza geopolitica in aumento, con i conflitti commerciali solo in parte rientrati e con il debole andamento dell’attività economica nei nostri maggiori partner europei. Potrebbe inoltre risultare inferiore a quanto prefigurato qualora fosse ritardata la realizzazione dei cospicui investimenti pubblici programmati, inclusi nel quadro previsivo, o se si riaccendessero tensioni sui mercati finanziari”.

L’economia italiana tornerà a una “crescita moderata” nel triennio 2020-2022. Lo sostiene la Banca d’Italia nel bollettino economico, secondo cui ci sarà un aumento del Pil dello 0,5% quest’anno, dello 0,9% nel 2021 e dell’1,1% nel 2022. Per l’anno scorso invece la crescita è stimata a +0,2%. Nel 2020-22 l’attività sarà sostenuta “sia dalla graduale ripresa degli scambi internazionali sia dalla moderata espansione della domanda interna”.

Gli investimenti, pur risentendo di una persistente incertezza, trarranno impulso “dal progressivo recupero delle prospettive di domanda globale e da condizioni di finanziamento espansive”. La discesa degli spread sovrani osservata dall’inizio di giugno contribuirà “a innalzare l’accumulazione di capitale di circa 3,5 punti percentuali nel complesso del triennio 2020-22”.

L’inflazione aumenterà in modo graduale, “dallo 0,7% nell’anno in corso all’1,3% nel 2022, per effetto soprattutto di una ripresa delle retribuzioni e dei margini di profitto che beneficerebbero della migliore fase ciclica”.

Le previsioni, sottolinea Via Nazionale, “presuppongono una crescita del commercio mondiale modesta, seppure in graduale ripresa; condizioni monetarie accomodanti, coerenti con l’orientamento confermato dal consiglio direttivo della Bce; andamenti ordinati sui mercati finanziari italiani, che si traducono in un costo contenuto del credito per le imprese”.

Rispetto al quadro del bollettino economico di luglio, “la crescita prefigurata è inferiore per l’anno in corso, pressochè in linea per il 2021. Gli effetti della più accentuata debolezza dell’economia globale sono in larga parte compensati da quelli del maggiore stimolo monetario e dei minori premi al rischio sul debito sovrano italiano”.

“La crescita – aggiunge Palazzo Koch – è ancora esposta a rischi rilevanti, connessi con l’incertezza geopolitica in aumento, con i conflitti commerciali solo in parte rientrati e con il debole andamento dell’attività economica nei nostri maggiori partner europei. Potrebbe inoltre risultare inferiore a quanto prefigurato qualora fosse ritardata la realizzazione dei cospicui investimenti pubblici programmati, inclusi nel quadro previsivo, o se si riaccendessero tensioni sui mercati finanziari”.

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