LIFESTYLE/ IL RITUALE DEL THE

Il rituale più antico del mondo: l’ora del the, molto meno impegnativo di un aperitivo, pranzo o cena, può incantare gli ospiti e gli appassionati del recupero di stili e mode tra passato e presente. La pausa del the non richiede formalità di sorta e per renderla un pò speciale basta un piccolo tocco, magari con il riutilizzo di vecchi merletti, pizzi disposti con ponderata casualità sul tavolo per accompagnare le preziose porcellane, la teiera. Per chi volesse per l’occasione sfoderare pezzi d’antiquariato si trovano facilmente nei mercatini (per esempio in quello di Ponte Milvio a Roma). Recuperare alcuni vecchi esemplari di tazze, piattini, zuccheriera, bricco per il latte, e naturalmente un bel vassoio magari d’argento o di peltro, è un modo elegante di raccontare una storia, magari con al centro della tavola un bel mazzo di fiori di stagione per infondere a quell’ora bizzarra del pomeriggio in cui il giorno scompare per far posto alla sera quel pizzico di eleganza in più.

 

Alle cinque della sera, l’ora del the può essere un piacere per la vista e un piacere per il palato: dei frutti di bosco misti come i mirtilli, le fragoline di bosco e dei lamponi da acconpagnare con della patisserie possono essere disposti sopra la tavola per rappresentare quel un mix che fa la differenza, tra seduzioni sensoriali e delicatezze familiari. Si possono servire anche dei salatini, dei finger food, delle torte fatte in casa e abbellire gli spazi senza lasciar nulla al caso, con delle candele accese o con delle lampade disposte qua e là nella stanza in modo da avere una luce soffusa, più dolce e diffusa. Una musica di sottofondo a basso volume e scelta accuratamente nei generi può fare la differenza.

 

L’ora del the è una sorta di liturgia e non solo in Inghilterra, riporta alla Cina e ai monaci buddisti, quindi a un mondo antico e pieno di fascino e mistero, il the lo si sorseggia senza guardare l’ora, con paziente convivialità come si fa  in Oriente dove anche i mercanti di tappeti offrono ai turisti inconsapevoli un the servito nei bicchieri di vetro mentre avviano la contrattazione della compravendita. L’utilizzo del tè risale alla notte dei tempi. All’inizio furono i cinesi e, grazie ai monaci, si diffuse anche in Giappone e in Corea. I portoghesi lo portarono per primi in Europa ma furono gli olandesi a commercializzarlo in Europa. Nel corso dei secoli poi, questa bevanda divenne molto popolare anche in Europa, fino a diventare una vera e propria icona delle tradizioni inglesi. Visto il prezzo molto alto, dato dalle tasse, era all’inizio una bevanda a uso dei nobili e della borghesia che utilizzavano servizi pregiati di porcellana, provenienti dalla Cina, e servito inizialmente dopo pranzo per passare ad essere bevuto alle quattro del pomeriggio.

Il tè vanta numerosi effetti benefici ma per poter godere appieno delle sue qualità, occorre prestare attenzione alla sua preparazione: Se si prepara il the rispettando alcune semplici regole, come la temperatura e il tempo d’infusione, si avrà una bassa estrazione della teina. Esistono diverse tipologie di the, quelle più comuni sul mercato sono: il tè nero fermentato, il tè rosso/tè nero indiano, l’oolong (o blu-verde), il tè verde, il tè giallo e il tè bianco.  Tutte queste varietà dipendono dal processo di lavorazione per cui si avranno dei tè per niente ossidati, lievemente ossidati, ossidati o fermentati. Il suo sapore può essere erbaceo, floreale, fruttato, di malto.

 

Nel Sahara spesso uomini vestiti da tuareg offrono ai turisti il the.  In alcune giornate invernali è veramente un piacere sorseggiare una tazza di the, l’aria fresca a volte gelida e pungente trasforma questo rito in una autentica panacea.

Il the ha infine molte proprietà tarapeutiche. E oggi ce n’è veramente di tutti i tipi. Quando posso da ogni mio viaggio porto a casa una fragranza diversa di the. Mentre scrivo il bollitore è pronto per gustare una bella tazza di the alla vaniglia, l’ho comprato alle Seyschelles, dove sono produttori di vaniglia.

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