TRAVEL/ IL PONTE DI OGNISSANTI? A SPASSO PER CANTINE… MAGARI A MONTALCINO

Un ponte sottotono con una spesa procapite che cala, a causa della “scarsa liquidità” come ha rilevato Federalberghi, il tempo che volge al brutto, le temperature che scendono anche di 10 grandi ma andar per cantine e farsi sedurre dalle prelibatezze locali di cui il Belpaese è colmo e farsi guidare dalla sua straripante bellezza può diventare divertimento puro.

 

Allora bisogna fare tappa in Toscana e arrivare nel borgo di Montalcino, un comune di poco più di 6000 abitanti in provincia di Siena a nord est del Monte Amiata verso la fine della Val d’Orcia. E’ qui che si si produce il nettare degli dei che fanno di Montalcino il re del Brunello. La posizione geografica, il clima, la vegetazione contribuiscono a rendere i prodotti di questo terroir preziosi e unici al mondo. La sua fortuna è stata infatti quella di trovarsi al centro di una delle più importanti zone di coltivazione di uva, il Sangiovese dal quale si ottiene il Brunello di Montalcino, vitigno che viene utilizzato anche per altri due vini doc: il Rosso di Montalcino e il Sant’Antimo, che deriva il suo nome proprio dall’abbazia di Sant’Antimo che merita una visita a fine tour.

 

E se è vero che oltre l’80% degli italiani sogna di avere un vigneto e produrre il proprio vino come si faceva anticamente soprattutto al sud, aumentano il numero di attori, cantanti, giornalisti e politici che si dedicano a quest antica arte investendo in vigna. Anche Sting dopo aver acquistato una tenuta in Toscana a Figline Valdarno, tre anni fa ha partecipato al Benvenuto Brunello, che ogni anno si svolge a Montalcino e rappresenta l’Anteprima del Brunello in cui si assaggiano i vini delle ultime annate delle differenti cantine. Rimanendo ancora sul tema musicale e spostandoci in Puglia, è noto l’amore di Al Bano per le sue produzioni vinicole nel Salento, con una linea di vini che vanno dal Primitivo, al Negramaro, al Salice salentino, fino allo Chardonnay e Aleatico. Il virus vitivinicolo ha colpito anche Zucchero Fornaciari che in Lunigiana in provincia di La Spezia produce tre differenti tipi di vino, un rosso, un bianco e un rosè. Tornando in Toscana, ancora Gianna Nannini con una famiglia dai piedi bien piantati nella terra a Siena ha ritrovato la vecchia passione e produce vini da Sangiovese, Merlot, Syrah e Cabernet Sauvignon. Gran produttore di vini anche Andrea Boccelli a Lajatico nella Val d’Era, in provincia di Pisa. Anche lui si dedica al Sangiovese e produce ben sette etichette Igt. Sempre nel territorio di Pisa, Oliviero Toscani a Casale Marittimo realizza vino da vitigni Shirah, Cabernet Franc e Petit Verdot. Quando Carole Bouquet, l’attrice per lungo tempo compagna di Gerard Depardieu andò a Pantelleria per produrre il suo passito doc meravigliò tutti. Era stata pioniera di una nuova tendenza. Negli anni settanta, Pantelleria era un paradiso, certo non conosciuta dal turismo di massa anche per la sua difficoltà ad essere raggiunta ed era bello perdersi per damusi tra le colline vitate e le piante di capperi sparse ovunque. Isola ventosa dal profumo inebriante tra i sentieri sassosi che guardano un mare immenso e nero. Ha fatto scalpore pochi mesi fa l’accordo tra l’azienda Masi Agricola e il giornalista abruzzese Bruno Vespa che produce diversi tipologie di vini in Puglia, per la commercializzazione di un blend di vini con il marchio le Terregiunte. Al Benvenuto Brunello ogni anno sorprende vedere anche Riccardo Illy, uno dei maggiori produttori di caffè che ama occuparsi anche della sua azienda agricola Mastrojanni, una cantina boutique a Montalcino che produce anche un cru Brunello di Montalcino docg.

 

 

 

Sono due le cantine visitate: Citille di Sopra, di Fabio Innocenzi e Col di Lamo di Giovanna Neri.

 

Fabio Innocenti, è il titolare dell’azienda Citille di Sopra a Montalcino, produce: Brunello di Montalcino docg, Rosso di Montalcino Igt, Rosso di Toscana Igt, Grappa di Brunello. Ma l’azienda è presente anche nella produzione dell’olio extravergine d’oliva. La cantina conta circa 30 mila bottiglie di Brunello di Montalcino, più il Rosso di Montalcino Igt, per un totale di circa 40 mila bottiglie l’anno.

“Abbiamo un’azienda cereagricola e vitivinicola di 105 ettari, ma solo 6 ettari e mezzo sono coltivati a vigneti”, ha affermato.

“Ovviamente – ha sottolineato Innocenti – solo Sangiovese: è un vitigno molto difficile ma ci entusiasma la sfida continua con questo vitigno”. “La mia famiglia lo produce dal 1957. Che siamo entrati nel circuito Brunello è dal 2000, con la prima vendemmia Brunello. Da lì è stata un’escalation in qualità e quantità”.

 

Giovanna Neri, titolare dell’azienda vitinicola Col di Lamo a Montalcino ci tiene a precisare che la sua un’azienda agricola tutta “al femminile”.  Assieme alla figlia Diletta e ad una agronoma donna, porta infatti avanti la sua produzione di Brunello di Montalcino da 15 anni, ed è impegnata sul fronte del biologico e della qualità. La sua produzione è destinata ad aumentare fino a 40 mila bottiglie, quanto alla sostenibilità il primo passo è stato quello di entrare in bio. Per fare il vino, “noi non adoperiamo neanche dei lieviti, la fermentazione, spiega, avviene assolutamente da sola, nel modo più naturale possibile”. Ma la cosa più difficile è stata quella di cercare di abituare il terreno un’altra volta, di tornare naturalmente al suo equilibrio, perchè poi, con l’uva perfetta, è molto più facile avere un vino che risulta eccellente”.

“Col di Lamo è un’azienda femmina, l’agronoma è femmina, abbiamo soltanto un ‘omone’ che viene massacrato e parla pochissimo per ovvi motivi…” dice Giovanna Neri, sorridendo. “Io produco 3 tipi di vini: Rosso di Montalcino, che realizzo da una vigna di un ettaro e mezzo, il Brunello di Montalcino, che produco da 6 ettari, un altro vino è un Igt che si chiama Lamo, e che prende il nome dal podere, perchè tutte le case coloniche in Toscana hanno un nome che è quello della tenuta. Quest’ultimo vino è un blend e non è un Sangiovese in purezza.

 

 

 

 

 

 

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