LIFESTYLE/ DA FABRIANO A VENEZIA IN ACQUARELLO: PRIMO FESTIVAL DI PITTURA AD ACQUA NELLA CITTA’ DEL CANALETTO

… I PONTI I SOSPIRI LE GONDOLE E  … L’ACQUARELLO:  VENEZIA INSEGNA A DIPINGERE TRA I TESORI DELLA LAGUNA  FINO A BURANO

 

 

L’acquarello, che passione. Dipingere con l’acquarello piace. Grandi e piccini, artisti e viaggiatori hanno sperimentato felicemente la tecnica che ha affascinato pittori come il Canaletto e sedotto protagonisti del Grand Tour come William Turner. E Venezia, città ritratta con la tecnica dell’acquarello in ogni epoca, diventa il palcoscenico del suo primo Festival dell’acquarello, “VeneziaInAcquarello”, che apre i battenti il 7 maggio 2019, come evento collaterale a “FabrianoInAcquarello”, il Convegno internazionale di pittura ad acqua su carta ideato dall’Associazione culturale InArte. Il Festival marchigiano si svolge dal 2010 a Fabriano, la città che ha dato i natali alla carta in occidente. Alla kermesse veneziana faranno da sfondo i suggestivi scenari di Burano, San Servolo e Campo SS. Giovanni e Paolo.

Workshop en plein air di pittura ad acqua su carta tenuti da maestri acquarellisti, che potranno essere seguiti da amatori, dilettanti, bambini e professionisti, porteranno Venezia a unirsi alla prestigiosa rete di città che promuovono l’incontro, la cooperazione ed il confronto creativo fra gli artisti internazionali dell’acquarello. Seguendo questa filosofia “FabrianoInAcquarello” è da anni il punto di riferimento di una comunità artistica unica e internazionale.

 

 

 

Le attività del Festival si svolgeranno nel centro storico di Venezia, sull’Isola di Burano e nella meravigliosa Isola di San Servolo, e saranno organizzate dall’Associazione Futura Interdisciplinary View (FUTURA IV) in collaborazione con l’Associazione Barchetta Blu, la Scuola Primaria Statale Alfredo Di Cocco e l’Associazione Libri (e) Liberi.

“VeneziaInAcquarello” promuove e valorizza gli artisti e la tecnica pittorica dell’acquarello, con una particolare attenzione all’innovazione e al coinvolgimento delle nuove generazioni.  Gli eventi e le performance pensati dall’associazione FUTURA IV hanno come obiettivo quello di lanciare e incoraggiare un modello di sviluppo culturale integrato alla vita sociale della città di Venezia. Con questo spirito, il 9 maggio l’associazione FUTURA IV organizzerà una mostra incentrata sul concetto di Arte Relazionale presso Campo SS. Giovanni e Paolo.

 

 

L’esposizione, che segna idealmente la conclusione del Festival, sarà ospitata all’interno della Basilica di SS. Giovanni e Paolo e sarà inaugurata da Bruno Bernardi, presidente della Fondazione Bevilacqua La Masa e direttore del MASVIC della Ca’Foscari Challenge School. La mostra verrà accompagnata dall’intervento musicale di un giovane talento veneziano emergente, il Flautista Andrea Vecchiato.

L’esposizione – che ospiterà gli acquarelli dipinti durante le giornate del Festival – prevede la realizzazione di un percorso espositivo “relazionale”, che inviterà i visitatori a interagire con le opere d’arte. All’interno dello spazio espositivo verrà messo a disposizione un telefono con il quale i visitatori contatteranno le istituzioni veneziane coinvolte nel progetto. Il fine è quello di donare loro un’opera. La performance ha l’obiettivo di creare un legame tra i visitatori, le opere d’arte e la città di Venezia, favorendo l’incontro di mondi altrimenti lontani tra loro.

Venezia è una delle mete più ambite dagli artisti che da sempre arrivano in Italia per dipingere: organizzare il Festival dell’Acquarello significa portare in città una collettività senza frontiere, un turismo internazionale di spessore artistico e culturale e unire il nome della Serenissima ad un evento di fama mondiale.

 

I luoghi della rassegna: l’imponente Basilica dei Santissimi Giovanni e Paolo sorge nell’omonimo campo, nel sestiere veneziano di Castello, al tempo terreno acquitrinoso donato ai Domenicani dal doge Jacopo Tiepolo per costruire un convento. A pochi anni dalla consacrazione, avvenuta 1430, la Signoria decretò che i funerali solenni di tutti i dogi si tenessero in questa chiesa, segnando il destino del tempio. Con il tempo infatti SS. Giovanni e Paolo divenne il “Pantheon della Repubblica”, come testimoniano i numerosi monumenti funerari di dogi e altri importati personaggi della vita pubblica di Venezia sepolti al suo interno già a partire dalla metà del Duecento.

La Basilica, chiamata San Zanipolo in dialetto veneziano, e considerata tra i più grandiosi esempi di architettura gotica veneziana e sorge accanto al monumento equestre dedicato a Bartolomeo Colleoni, opera del Verrocchio. La Basilica affianca l’attuale ingresso principale dell’Ospedale Civile SS. Giovanni e Paolo, costituito dall’edificio rinascimentale della Scuola Grande di San Marco.

A pochi minuti di vaporetto da piazza San Marco, San Servolo è una delle isole più affascinanti della laguna di Venezia. Si trova fra San Lazzaro degli Armeni e San Clemente, ed è uno degli insediamenti monastici più antichi della laguna: i primi documenti pubblici riguardanti l’isola sono datati 819, ma diverse testimonianze dimostrano che all’epoca il monastero era già da molto tempo in attività. L’isola fu abitata dai frati fin circa il 1100, prima che al loro posto si insediassero le suore benedettine. A partire da 1725, con i Padri ospedalieri di S. Giovanni di Dio, l’isola si trasformò in manicomio. Fino alla fine del ‘700, il ricovero per disabili mentali era aperto solo alle persone di estrazione nobiliare. Con la conquista di Venezia da parte dei francesi, il manicomio fu aperto a tutti. Successivamente, a partire dal 1873, le donne che vi erano ricoverate vennero trasferite sull’Isola di S. Clemente e a San Servolo rimasero solo gli uomini malati di mente. Il manicomio di San Servolo è stato chiuso il 13 agosto 1978, con l’entrata in vigore della legge 180 detta legge Basaglia. A partire dagli anni ’90, da luogo di segregazione sociale l’isola di San Servolo si è trasformata in un importantissimo centro di promozione culturale della Città metropolitana di Venezia. Oltre ad essere la sede dalla San Servolo Servizi Metropolitani di Venezia, l’isola ospita la Fondazione Franca e Franco Basaglia, la Venice International University, il Centro di Formazione in Europrogettazione AICCRE ed è regolarmente utilizzata come residenza per studenti dottorati nell’ambito di progetti di scambio internazionale. Dal 2008 l’isola accoglie anche la succursale dell’Accademia delle Belle Arti di Venezia e dal 2012è sede del Collegio Internazionale Ca’ Foscari.

Burano sorge nella Laguna Veneta settentrionale, a nord-est di Murano. È costituita da quattro isole ed è divisa in cinque sestieri, esattamente come Venezia. La Laguna è qui ciò che è la campagna per un centro abitato della terraferma, luogo di pesca e di riposo e svago. Secondo la tradizione Burano è stata fondata dagli abitanti della città romana di Altino, i quali si erano rifugiati nella laguna per fuggire dai saccheggi e dalle devastazioni degli Unni prima e dei Longobardi poi. Oggi Burano, cittadina insulare di pescatori e ricamatori, è nota soprattutto per i colori vivacissimi delle sue case, per la secolare lavorazione del merletto e per i biscotti “bussolai”. La storia dei colori sgargianti delle sue case è umile, come quella dei suoi abitanti, benché ne circolino diverse versioni. Che i colori siano distintivi delle famiglie locali, o che la loro variabilità derivi dalla necessità degli abitanti di ritinteggiare anche a fronte dell’impossibilità di rifornirsi sempre delle stesse tinture, l’effetto odierno è mozzafiato.

Situata a sud del centro storico di Venezia, la Giudecca è un insieme di otto isole collegate tra loro che si affaccia sull’omonimo canale della Giudecca, di fronte al sestiere di Dorsoduro. Anticamente era chiamata Spinalonga per la sua forma allungata che ricorda una spina di pesce. Secondo alcuni, il nome Giudecca è da ricondursi alla presenza sull’isola di un antico insediamento ebraico, secondo altri, il nome deriverebbe invece dal termine al termine ‘zudegà’ (“giudicato”) e farebbe riferimento alla sentenza con cui la Repubblica concesse alcuni terreni dell’isola alle famiglie veneziane che dovevano essere risarcite per i periodi di esilio e cui erano state condannate. Altri ancora, fanno risalire il nome alle numerose attività dei conciatori di pelle, i quali facevano abbondante uso di alcune sostanze vegetali ricavate dagli arbusti presenti sull’isola e utilizzati per la lavorazione del cuoio.

La Giudecca ospita  la chiesa del Redentore, costruita su progetto del Palladio come ringraziamento per la fine della terribile pestilenza che nel 1576  causò la morte di un terzo della popolazione cittadina,

Poco distante si trova un’altra chiesa costruita su progetto del Palladio, la chiesa di Santa Maria della Presentazione, detta comunemente delle Zitelle. Il nome dell’edificio rimanda alla funzione del complesso, che oltre alle normali funzioni religiose era adibito all’educazione delle ragazze indigenti di Venezia, che nel convento potevano studiare musica e imparare un mestiere come il cucito o i merletti per mantenersi.

 

 

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