WINE/ GRAND TASTING BORGOGNA-PIEMONTE, I GRANDI CRU A VINITALY

Sono molte le analogie tra i rossi della Borgogna e quelli del Piemonte: le origini settentrionali, le aree relativamente limitate, i vigneti frammentati, i vitigni (pinot nero e nebbiolo) difficili da coltivare, uno spirito territoriale profondamente radicato, l’esperienza ancestrale… Grand Tasting Borgogna-Piemonte, i Grandi Cru Cote de Nuits e Barolo di Castiglione Falletto, una degustazione imperdibile con vini molto sottili, di qualità ed eleganza, bevibili sin da giovani con un tocco di buone acidità.

Quando poi si parla dei grandi cru della Côte de Nuits e del gotha dei Barolo, a tutto ciò si aggiunge la rarità delle bottiglie, la difficoltà a procurarsele, gli acquisti contingentati, il livello elevato della domanda internazionale. E di conseguenza, purtroppo, anche dei prezzi!

Ha aperto quindi il sipario di Vinitaly una degustazione tanto inedita quanto prestigiosa, che ha siglato l’ammirazione reciproca tra i produttori di questi vini da sogno.

I vini Charmes-Chambertin Grand Cru 2015 Dugat-Py, Clos de Vougeot Grand Cru 2014 Méo-Camuzet, Échezeaux Grand Cru 2012 Confuron-Cotetidot da una parte, e i Barolo «Rocche di Castiglione» 2014 Vietti, Barolo «Monprivato» G. Mascarello 2013, Barolo Bricco Boschis «Vigna San Giuseppe» Riserva 2012, Cavallotto dall’altra, saranno presentati dai proprietari o dai rispettivi rappresentanti.

La degustazione, è stata guidata da Raoul Salama, professore di enologia a Parigi (Ecole Polytechnique) e Bordeaux (Facoltà di Enologia/ISVV), giornalista per Bettane + Desseauve e fondatore della società di consulenza VINALYS.

 

Elena Penna Currado per il Cru storico dell’area del Barolo, una lingua di terra di 5 ettari ha presentato Rocche di Castiglione, annata 2014, mix di eleganza e potenza, tannini che con l’invecchiamento riescono a raggiungere una finezza, una eleganza straordinari, sono vini che non stancano mai. In Borgogna, Charmes-Chambertin prodotto da Dugat-Py che con 31 ettari di terroir è alla tredicesima generazione di viticoltori, i vitigni hanno in media 70 anni, e l’azienda è passata al bio dal 2003. Alessandro Sarzi Amadè per Close de Vougeot, 50 ettari per il Grand Cru, Meo Camuzet il 2014, annata elegante e vini molto sottili.

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