WINE/ SOAVE ALL’INSEGNA DELL’OTTIMISMO, PAROLA DEL SUO PRESIDENTE SANDRO GINI

Un Consorzio sempre più unito, pronto ad affrontare con entusiasmo il 2019. Questo quanto emerge dai dati presentati dal presidente Sandro Gini, al suo primo anno di mandato, al consiglio d’amministrazione.

Il 2018 è stato per il Soave l’anno del cinquantesimo, del rinnovo della presidenza e soprattutto del riconoscimento a Patrimonio Agricolo di Rilevanza Mondiale. Un anno in cui con un forte senso di responsabilità tutte le aziende del Comprensorio hanno deciso di selezionare quei vigneti destinati alla DOC e di indirizzare i più produttivi ad altre denominazioni e i risultati si sono visti, con prezzi stabili o addirittura in crescita, un fermento nei contratti di vendita grazie alla scarsità del prodotto che si traduce in una maggiorazione della remunerazione finale del produttore. Segni importanti per una denominazione che ha trovato uno slancio nuovo e una voglia di partecipare alla promozione comune, data dai segnali positivi che vengono dai mercati inglesi e giapponesi dove si stanno concentrando le campagne promozionali. La produzione imbottigliata è solida a 50 milioni di bottiglie, le giacenze sono ai minimi e il carico d’uva dell’annata 2018 per 420.000 ettolitri è perfettamente in linea con quanto richiesto dal mercato. Interessante anche il dato riguardante le aziende agricole che passano da 3109 del 2002 alle 3281 del 2017 con una crescita delle aziende private che hanno iniziato a produrre le proprie etichette.
Il 2018 si è chiuso anche con ottime notizie sul fronte della registrazione del marchio collettivo del Soave, che ora è protetto sia negli Stati Uniti che in Russia e con la ratifica da parte del Parlamento Europeo dell’Accordo di libero scambio tra Giappone e Comunità Europea e che permetterà a 26 DO italiane, tra cui il Soave, di accedere al mercato nipponico senza dazi, creando un vantaggio concorrenziale non indifferente. Ed è la terza generazione dei produttori che sta prendendo in mano la denominazione, ragazzi giovani con grande entusiasmo e visione del futuro. Il passaggio generazionale sta segnando il 60% delle aziende soavesi e avviene sia con l’apertura di nuovi mercati, come l’Est Europa, la Nuova Zelanda o i paesi asiatici emergenti come Malesia e Thailandia, sia con il restiling delle etichette, che comunicano l’identità del territorio e richiamano un attaccamento profondo delle nuove generazioni ad esso. Ed è il Riconoscimento GIAHS-FAO, arrivato alla fine del 2018 a sancire in maniera forte il passaggio del Soave tra i grandi territori agricoli del mondo, quelli che hanno segnato la storia e lo sviluppo delle comunità attraverso i secoli, attraverso le sfide e le vittorie che hanno affrontato sempre con un occhio verso il futuro. «C’è ottimismo  – dice Sandro Gini, presidente del Consorzio del Soave – quando parlo con i produttori c’è voglia di lavorare verso un obbiettivo comune, un forte orgoglio delle proprie radici e una forte consapevolezza delle proprie possibilità. »

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