WINE/ LA VENDEMMIA? DOPO UN 2017 AVARO SI TORNA ALL’ABBONDANZA CON ALCUNE ECCELLENZE

Abbondante, ottimo, eccellente. Sono questi tre aggettivi a definire la vendemmia 2018, che abbandona i toni “avari” del 2017 e torna a fare sognare. La produzione di vino e mosto superiore è cresciuta di circa il 24%  se si guarda all’anno scorso, e tutte le regioni italiane evidenziano consistenti incrementi produttivi, mentre nel 2017 si era assistito a crolli della produzione anche del 30-40% con aree in Veneto, specie in Franciacorta anche del 60% per alcuni produttori.

 

Il Belpaese nel 2018 fa segnare una produzione complessiva di 52.600.000 ettolitri, che vanno a compensare il forte calo registrato nella passata campagna che è stata tra le più scarse degli ultimi cinquant’anni, dove gli eventi climatici che si sono accaniti con un’inusuale ed eccezionale portata.

 

Ora è caccia alle speculazioni sul mercato, dove diversi operatori grazie all’aumento di produzione incoraggiano la riduzione del prezzo dei vini della vendemmia 2018, tema su cui le cantine sono abbastanza ritrose, visto anche l’obiettivo di ridurre quel divario nel valore tra i vini italiani e quelli francesi su cui alcuni produttori sono impegnati. Come dire, la produzione di vino cresce, ma deve aumentare anche il prezzo. Con buona pace delle regole di economia che in questi casi enuncerebbero un calo.

 

 

Ecco i dati di crescita regione per regione nel 2018 rispetto al 2017:

Piemonte 2.559.000 +35% 3.460.000
Lombardia 1.056.000 +25% 1.320.000
Trentino A.A. 1.344.000 +23% 1.660.000
Veneto 9.679.000 +25% 12.100.000
Friuli V.G. 1.518.000 +25% 1.900.000
Emilia Romagna 6.620.000 +28% 8.480.000
Toscana 1.628.000 +25% 2.040.000
Marche 653.000 +25% 820.000
Lazio Umbria 992.000 +40% 1.390.000
Abruzzo 2.843.000 +15% 3.130.000
Campania 618.000 +18% 730.000
Puglia 8.130.000 +20% 9.750.000
Sicilia 4.109.000 +20% 4.930.000
Sardegna 354.000 +10% 390.000
Altre** 397.000 +25% 500.000
Totale 42.500.000 +24% 52.600.000

 

 

L’andamento climatico in generale in tutt’Italia, dopo un mese di gennaio mite e poco piovoso, a partire da febbraio si sono registrare precipitazioni anche di molto superiori alla norma che hanno contribuito a riequilibrare le riserve idriche del terreno, dopo la siccità dello scorso anno. L’inizio di marzo è stato caratterizzato da aria gelida che ha portato abbondati nevicate anche in pianura. Aprile invece è risultato siccitoso e molto caldo con temperature massime tra le più elevate degli ultimi decenni. Anche nei mesi di maggio e giugno i valori termici e le precipitazioni sono state superiori alla media del periodo. Tutto ciò ha creato una notevole umidità che ha favorito, in particolare, gli attacchi di peronospora e di oidio che hanno impegnato seriamente i viticoltori con diversi trattamenti. I mesi di luglio e agosto sono stati caratterizzati da tempo instabile con picchi di temperature al di sopra della media, interrotte da perturbazioni temporalesche e qualche grandinata. Eventi comunque circoscritti a specifiche aree, dove si rilevano abbattimenti quantitativi. Il ciclo vegetativo della vite, che inizialmente registrava un ritardo di alcuni giorni, è rientrato nella norma grazie al caldo di aprile, tanto che le fasi fenologiche (germogliamento, fioritura e allegagione) hanno avuto un andamento regolare, producendo pertanto un elevato numero di grappoli con un peso decisamente superiore rispetto allo scorso anno, dovuto all’ingrossamento degli acini.

 

In alcune aree del Centro Sud la situazione nel mese di agosto è stata caratterizzata da precipitazioni abbondanti e continue. In diversi areali violenti temporali e bombe d’acqua hanno provocato defogliazioni e lacerazioni sviluppando marciume acido e botrite. Da rilevare, in particolare nel sud della Puglia e nella Sicilia occidentale, l’assenza di venti caldi e la presenza di precipitazioni continue, che hanno determinato un notevole ristagno di umidità, con conseguente incremento delle malattie fungine. Fortunatamente, come detto, la situazione è stata circoscritta e, nel complesso, molte zone sono state favorite da migliori condizioni meteo.

 

 

I mesi di settembre e di ottobre sono decorsi favorevolmente in tutta l’Italia del Nord permettendo una vendemmia regolare e programmata. Tale periodo è stato caratterizzato da giornate calde e luminose, spesso anche ventose con poche e localizzate piogge che non hanno disturbato la vendemmia. La buona escursione termica tra giorno e notte, ha favorito la maturazione delle uve rosse, asciugando i grappoli e bloccando lo sviluppo della botrite, premiando dal punto di vista qualitativo tutte le varietà tardive. Diverso invece il discorso nel Centro Sud dove il periodo di raccolta è stato disturbato da alcune insistenti e abbondanti precipitazioni, soprattutto nelle grandi isole, che hanno messo a dura prova i vigneti, compromettendo, in alcuni casi, la situazione sanitaria degli stessi.

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