ART/ AL VITTORIANO UNA MOSTRA DI JULIEN FRIEDLER PER LA PRIMA VOLTA NELLA CAPITALE CON “BEHIND THE WORLD”

Per la prima volta nella capitale, dal 9 novembre l’Ala Brasini del Complesso del Vittoriano ospita le opere dell’artista belga Julien Friedler nella mostra monografica Behind the world.

 

La mostra propone un percorso lineare nel mondo mitico dell’artista: 20 recenti opere di grande formato e l’installazione La Forêt des Âmes consentono al visitatore di entrare nell’immaginario costruito da Friedler che unisce spettacolarità, pensiero mitologico e forza evocativa.

 

Fulcro centrale della mostra è l’installazione La Foresta delle Anime – La Forêt des Âmes (2009-2010): 9 colonne che rappresentano la volontà partecipativa e azionista dell’universo di Friedler e che mirano alla nascita di una moderna spiritualità collettiva fondata sull’arte.

Questa “foresta di anime“ universalmente radunate a Roma è il progetto più alto di Friedler ovvero quello della creazione di un’Umanità nuova capace di essere Comunità.

L’opera – dopo New York, Bruxelles, Milano, Spoleto, Rivara e prossimamente esposta anche a Parigi – prende le mosse dallo Spirit of Boz, progetto partecipativo che si esprime nelle risposte spontanee date dal pubblico a un questionario.

Le migliaia di risposte raccolte finora in tutto il mondo – unite adesso a quelle dei visitatori romani – costituiscono la materia di cui sono composte le 9 colonne-contenitori dell’opera.

Al Vittoriano sarà quindi possibile depositare il proprio messaggio e leggere quello degli altri.

 

 

 

 

Dipinti e installazioni sono i portavoce di un immaginario ricolmo e costituiscono i segni visibili di una verità che l’artista sviluppa attraverso tematiche dal taglio molto personale. Julien Friedler si fa portatore di una visione umanista, delineata tramite le opere ma anche con un’attività di condivisione che porta avanti attraverso l’associazione Spirit of Boz che esprime l’urgenza di riconciliare azione e contemplazione, nell’intento di promuovere un pensiero umanista e catartico.

 

I lavori di Friedler in mostra: per lo più acrilici su tela come La Fenice (Le Phoenix) del 2016 e La Crocifissione del 2016 ma anche acrilici e collage su tela come per l’opera L’Altro (L’Autre) del 2018 – illustrano un estro d’inspirazione “Art Brut” o espressionista, generato dalla necessità creatrice, dal desiderio di trasmissione spontanea e viscerale, derivante dal “tentativo di scoprire ciò che costituisce l’essenza passionale delle persone” – come spiega l’artista. Friedler procede secondo modalità quasi ipnotiche, senza vincolo di soggetti, di materiali messi in opera, definendo così un ritmo, un modo d’espressione informale. I suoi dipinti definiscono una pittura fatta di equilibri sottili riflettendo la sua propensione per le conoscenze subliminali del mondo. La sua energia in espansione deriva dalla capacità di dissociazione e introspezione che applica a se stesso prima di interessarsi agli altri, scoprendo nell’altro le motivazioni più intime. Un viaggio per esplorare l’animo umano nella sua complessità atavica e universale.

 

L’arte è per l’artista azione inclusiva di tutte le forme espressive, derivanti dalla propria o altrui esperienza e comporta sfaccettature contrapposte, le une d’ispirazione collettiva, le altre di meditazione individuale.

La mostra presenta questa contrapposizione tra il colore e il gesto acceso dei quadri e l’immaterialità silenziosa dell’installazione.

La mostra Julien Friedler. Behind the world è prodotta dall’Associazione Spirit of Boz for Contemporary Art.

 

 

Julien Friedler (Bruxelles,1950) è una importante e singolare figura nel panorama artistico contemporaneo. La formazione come psicanalista, l’amore per la filosofia e la scrittura, unite alla passione per i viaggi e per le civiltà lontane ne fanno un artista di grande spessore intellettuale. Il suo è un pensiero trasversale e intuitivo, talvolta labirintico, capace di individuare nelle arti visive e nell’Associazione Spirit of Boz un’importante ipotesi realizzativa portatrice di una visione umanistica. Quest’ultima è nata con lo spirito di condividere pensieri e testimonianze provenienti da tutto il mondo attraverso l’espressione orale, letteraria, pittorica e creativa. Numerose mostre nel mondo gli sono state dedicate (New York, Parigi, Bruxelles, Berlino, Milano, Venezia, Genova, Spoleto…).

L’équipe di Spirit of Boz viaggia in tutto il mondo per distribuire e raccogliere questi questionari. Dal Togo all’Amazzonia, passando per Stati Uniti, Indonesia, Ruanda, Argentina e Tibet, la “foresta delle anime” si arricchisce di incontri, di prolungamenti inattesi. Essa è divenuta il cuore di un dispositivo artistico, di un movimento di cercatori d’arte.

Intrapresa nel 2006, si presenta all’inverso della nostra concezione del tempo: lo svolgimento del Tour du Boz è previsto in 80 anni.

 

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