WINE/ SIAMO ANDATI A SOAVE ALL’ORIGINE DEL BIANCO CLASSICO “VULCANICO”

Un bianco classico vulcanico ma che sia Doc. Siamo andati a Soave, nel paesaggio rurale a pochi km da Verona arroccato sulle colline pieni di vitigni di garganega, circondato dalle mura medievali che racchiudono un piccolo gioiello su cui sovrasta incontrastato un meraviglioso castello. Sembra lo scenario di una favola, invece no: è tutto vero. Qui vi abitano 11 mila anime che lavorano il vino o nell’indotto del vino: facciamo due conti. Sono ben 3.500 le famiglie che producono il vino, se si considerano almeno due o tre appartenenti alla famiglia siamo già arrivati a 7000, o 1000 mila partecipanti a questa grande produzione del bianco classico Soave. Il resto si può considerare indotto, tra chi lo trasporta, chi fa marketing, che lavora nel commerciale e chi nell’export. Un paese per intero che vive di questo nettare degli Dei, un paese intero dove si pssono ammirare i vitigni che lambiscono i bordi delle strade, anche delle superstrade, che confinano direttamente con l’asfalto perchè spesso non c’è marciapiede.

Qui a Soave abbiamo partecipato a diverse degustazioni, piene di esperti, giornalisti enogastronomici, presente anche un nutrito gruppo di colleghi giapponesi, che devo dire, si sono divertiti proprio tanto. I vini erano favolosi. Si accostano benissimo al pesce, al sushi, ma anche ai piatti di riso, al coniglio e al pollo, ideali da abbinare nei buffet per gli aperitivi. Ecco un elenco di quelli che sono piaciuti di più.

 

Cominciamo dal Franchetto, Soave doc “Recorbian” annato 2015, ottimo. Sullo stesso livello metterei I Stefanini, Soave doc “Monte di Fice”, annata 2008, una avanguardia delle doc, a 13,5 gradi. Ci è piaciuto anche molto il Fasoli Gino Soave doc “Pieve Vecchia” del 2014, un vino di grande freschezza, arriva a 14,5 gradi, ed ha il tappo a vite. Tra i primi vini bio poi, c’e’ Filippi, Soave doc, “Castelcerino Foglio 1”, grande annata quella del 2012, con fragranze di mela aperta e agrumi, 100% vitigni garganega. Ottimo anche il Corte Moschina Soave doc “Tarai” del 2010: sa di liquirizia, gelsomino. nella superannata 2010, troviamo anche il Fattori Soave doc “Motto Piane” con 14,5 gradi. E infine Ilantium, il Soave doc “Campo le Calle” 2009 a 13,5 gradi, e il Vicentini Soave doc “Il Casale”, in un’annata che vanta quattro stelle, il 2009. Un ottimo Monte Tondo Soave doc Classico 2017, degustato direttamente in cantina, e un Foscarin Slavinus Superiore docg Classico, anche questo in cantina. Siamo andati poi poco distanti presso la cantina Corte Adami per assaggiare il Soave Doc Classico 2017 e il Superiore 2014, fresco, floreale, ma visto che l’azienda produce anche Valpolicella, non abbiamo resistito e abbiamo finito per degustare anche un’ottimo Amarone. Perchè quello che ha impressionato di più in questo meraviglioso paeseggio è che il Soave, confina con la Valpolicella: c’è una strada che ne delimita proprio le zone di produzione: da un lato lasciando Verona alle spalle, il Soave, verso sinistra invece, la Valpolicella. Un’area ricca, invidiabile al mondo. Per finire, abbiamo deustato anche Gini, prodotto dall’attuale presidente del Consorzio Soave, Sandro Gini, che abbiamo apprezzato per la freschezza e i profumi floreali, agrumati, poi per non fare dispiacere nessuno si è voluto assaporare con l’olfatto e con il gusto Bolla, Soave doc Classico, “Il Gambero” 2017, è stata la volta inoltre di Pieropan Soave doc classico 2017, tra i migliori Soave, ottimo anche il Corte Sant’Alda, Soave doc 2017, e I Campi, Soave doc “Campo Base” 2017, per finire con Vicentini, Soave doc “Terrelenghe” 2017.

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