FOOD/ NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE PER IL PROSCIUTTO SAN DANIELE LA DOP FRIULANA VA IN TV

Il prosciutto San Daniele è un’eccellenza della salumeria made in Italy, che ha cuore e radici in un paese di 8mila abitanti tra le colline della provincia di Udine. È a San Daniele del Friuli che viene prodotto ed è da questo territorio, incrocio dei venti che soffiano dalle Alpi Carniche e dal mare Adriatico, che trae le sue caratteristiche apprezzate dai palati di tutto il mondo. Proprio per raccontare l’unicità di questa Dop friulana, il Consorzio del prosciutto di San Daniele ha lanciato un’importante campagna di comunicazione, come ci racconta Mario Emilio Cichetti, direttore generale del Consorzio del prosciutto di San Daniele. “Lo spot che abbiamo realizzato racconta di un territorio vero e forse anche sconosciuto agli stessi italiani, perché il Friuli è una terra lontana anche se molto bella – spiega il direttore generale – e fa vedere la gente di San Daniele perché l’altra cosa molto bella è che lo spot riprende luoghi e persone di quella zona e cerca di rappresentare quello che è il mondo del San Daniele”.

Il Consorzio ha scelto Robilant&Associati per definire questa campagna che si focalizza sui valori distintivi del prosciutto San Daniele e della comunità dove ha origine. Il piano segna così l’esordio della Dop friulana in tv, con uno spot in onda su Rai, Mediaset, Cairo e Discovery Channel dal 20 maggio al 9 di giugno e poi a fine settembre. Accanto a questo, ci sarà una attività di comunicazione, di pianificazione advertising e gestione dei canali social e del sito internet istituzionale affidata a Connexia. Ma per chi vuole apprezzare l’autenticità di questo prodotto e il suo legame con la terra in cui nasce c’è una appuntamento imprescindibile, che si rinnova di anno in anno: è Aria di festa, la kermesse che quest’anno si terrà dal 22 al 25 di giugno e che avrà come madrina Diletta Leotta. “Ormai è una festa della tradizione perchè quest’anno siamo alla 34esima edizione – racconta Cichetti – E’ un pezzo di storia del Consorzio del San Daniele ed è il momento che celebra il territorio e il suo prodotto. E’ questo connubio che noi rappresentiamo ogni anno e che serve per concretizzare nei confronti del consumatore quello che vuol dire produrre un prodotto che ha una valenza globale con un luogo che è unico, fatto di persone e savoir faire”.

Ad anticipare la manifestazione friulana, c’è, per il secondo anno consecutivo, Aria di San Daniele che da maggio a dicembre offre la possibilità di conoscere e degustare questa eccellenza da nord a sud dell’Italia, toccando 10 città e località turistiche. Alessio Prolongo, produttore e vicepresidente del Consorzio, ci racconta qual è il segreto de San Daniele: “Il successo è proprio nella sua storia, nel senso che il San Daniele è il frutto di una tradizione del territorio che c’è da tantissimi anni – dice – E’ il connubio del microclima, del luogo, dell’attenzione che c’è verso questi prodotti e soprattutto dei mastri prosciuttai che hanno saputo mantenere questa tradizione negli anni e hanno saputo conservare il connubio tra le lavorazioni e il prodotto”.

Solo lo scorso anno dai 31 prosciuttifici aderenti al Consorzio sono usciti 2milioni 750 mila prosciutti, tutti provenienti da suini allevati in 10 regioni del centro-nord ma rigorosamente prodotti in quel di San Daniele. Il valore complessivo della produzione è stato di 330 milioni di euro, in aumento del 3,5% sull’anno precedente (mentre a volumi si è registrato un calo dell’1,2%). Anche per l’export la crescita è stata sostenuta, con un +6% che ha portato la quota estera al 16%.

Ma di fronte alla domanda crescente, il rischio di frodi alimentari e contraffazioni cresce, come è emerso dall’inchiesta della Procura di Torino sulla non conformità dei maiali rispetto al disciplinare di produzione. “Il fatto che il caso sia stato alla ribalta delle cronache, siano intervenute le procure e ci siano state le correzioni è la prova che il controllo esiste e chi vuol fare il furbetto poi fa fatica a scamparla. In quel caso, poi, la contraffazione era piuttosto raffinata nel senso che sono gli stessi animali di tipo genetico diverso – osserva Cichetti – per altro tutti guidiamo automobili e non è che tutte le volte che superiamo i limiti di velocità veniamo fermati dalla polizia. E’ evidente che si fa tutto, nei limiti in cui si può farlo”.

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