WINE/ BRUNELLO DI MONTALCINO, AMBASCIATORE NEL MONDO IN EXPORT IL 70% DELLA PRODUZIONE

Un rating a quattro stelle certamente non è un premio per il Brunello che ha appena chiuso i battenti del Benvenuto a Montalcino con le degustazioni dell’annata 2013, e che ha regalato note fruttate e floreali temperate da strutture tanniche capaci di proiettarsi nel tempo in attesa di evoluzioni future col segno più, mentre le Riserva 2012 mostrano vini già maturi, con tannini ormai risolti, quindi vini pronti.

 

Oltre all’annata 2013 di più 130 produttori, Benvenuto Brunello 2018, kermesse della cittadina arroccata nelle colline sensi, ha presentato anche la Riserva 2012, il Moscadello e il Sant’Antimo.

Convince anche il Rosso di Montalcino, vino che può rappresentare una valida alternativa al Brunello, permette infatti ai winelovers di non alleggerire troppo il proprio portafoglio, senza rinunciare alla qualità, e al gusto.

 

Benvenuto Brunello  occasione imperdibile per i wine lovers di tutto il mondo, giornalisti ed esperti del settore, e specchio dello stato di salute  del wine made in Italy, ha presentato anche i suoi  numeri:  180 milioni di euro il giro d’affari 2017,  10 milioni in più rispetto al 2016, con una produzione complessiva – poco più di 9 milioni di bottiglie – che è rimasta sostanzialmente stabile, mentre sono 4,6 milioni le bottiglie di Rosso di Montalcino. Il Sant’Antimo e il Moscadello rispettivamente sono a quota 250 mila  e 40 mila bottiglie.

 

Il Brunello di Montalcino è il vino che più piace nel mondo. Il 70% viene esportato, e il 30% dell’export finisce in Usa. Negli anni, come ha rilevato più volte anche il presidente del Consorzio Brunello di Montalcino, Patrizio Cencioni, cresce proprio grazie al Brunello, la presenza degli enoturisti che arrivano a Montalcino, assaggiano il vino e poi comprano il Brunello nei loro luoghi di provenienza dopo averlo amabilmente degustato in Italia. Un volano importante per l’economia dell’area, un modello esportabile in altre regioni del paese, che vede ormai anche i produttori veneti dell’Amarone, organizzarsi per veicolare accanto al vino il turismo sul Lago di Garda fino  agli spettacoli all’Arena di Verona.

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