Un messaggio contro il femminicidio.
Il soprintendente Cristiano Chiarot lo scorso anno si interrogò: “E se questa volta non morisse? Perché dobbiamo far applaudire il pubblico per una donna uccisa?”
Già, perchè se la Carmen non muore… ?
Fu allora che Leo Muscato cominciò a riflettere fino a modificare il finale dell’opera di Bizet.
Così la Carmen non muore e fa riflettere sul femminicidio in chiave moderna, liberandosi dei panni ottocentesche e del prototipo dell’uomo forte e aggressivo.
Nel Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, il capolavoro di Bizet messo in scena da Leo Muscato è un colpo di genio, quello che solo i grandi artisti sono capaci di lanciare, anche se il pubblico non ha gradito ed è rimasto attonito, quando ha visto che la Carmen non muore e anzi reagisce contro il suo stalker per denunciare la violenza sulle donne. Finale magico: è don Josè che muore. Gli spettatori presi di sorpresa non hanno avuto il tempo di riflettere, ma se l’arte è arte, la sua interpretazione è libera. Se Carmen non muore e la sua rappresentazione è dalla parte degli zingari, e non certo per il rispetto del politically correct, è solo perchè è l’arte che fa riflettere, e gli artisti come Leo Muscato che l’opera l’ha messa in scena, e Veronica Simeoni che Carmen l’ha interpretata, vanno lasciati liberi di volare alto. E loro hanno volato alto.
In fondo, se la libera interpretazione non riflette il testo, che male fa?