Food: Quando il cibo si fa buono incontra il design per essere anche bello

L’uomo che contestò un mondo di stelle

Un amore che è diventato un mestiere, quello per il buon cibo preparato con passione, e un carattere fermo e imperturbabile, da uomo libero. Come chi ha avuto il coraggio di restituire a distanza di così tanti anni il premio Michelin, contestando i criteri di valutazione: quanti Chef come lui lo avrebbero fatto?

Gualtiero Marchesi , il divino: il più originale, il più conosciuto e il più elegante al mondo lascia un solco profondo nella storia della Cucina italiana e per questo anche nel mondo. Per lui anche la cucina era una questione di arte. Ed è per questo che quasi come in una sinfonia ha dato con le sue note (il la si potrebbe dire) a una tradizione in cui il buono si fonde con il bello.

Come se il primo non potesse esistere senza essere intrecciato con il secondo.

 

Ha creato una generazione di Chef oggi di grande successo come Davide Oldani e Carlo Cracco, donando quella luce a un mestiere, di cui si sentiva la necessità. Il cuoco non più nascosto dietro le quinte, ma re.

Rivedendo alcuni  suoi piatti, nati nati molto prima del cosiddetto  “food design”, diviene evidente come  Marchesi fosse avanti rispetto al suo tempo e come il suo interesse sincero sia sempre stato quello di valorizzare la cucina italiana nel mondo. Lo stesso per i piatti o i bicchieri firmati per valorizzare l’enogastronomia. Oggi è il mondo che lo saluta e lo ringrazia, perchè ha aperto la strada a un settore che adesso è trainante nell’economia, in controtendenza negli anni della crisi, e che si fa col buono e col bello, che si parli di cibo, di vino, di bollicine, di olio, di enoturismo, di Italia insomma.

 

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