NORD-SUD

Conosciuto come “Questione Meridionale”, “Divario Economico”, “Nord-Sud”, il problema emerge ogniqualvolta vengono resi noti i dati sullo sviluppo economico e sull’occupazione: le differenze tra le regioni d’Italia più produttive e il Mezzogiorno si allargano invece che diminuire. E questa non solo non è una novità, ma che l’andamento economico a due velocità sia destinato ad allargarsi invece che a restringersi lo ha sottolineato dal dopoguerra in poi un’ampia letteratura economica, come dimostra pure la realtà economica analizzata tutti i giorni dai numerosi Centri di Ricerca e Istituzioni Internazionali come l’Ocse o il FMI.

Nel Mezzogiorno, secondo gli ultimi dati (Istat) il reddito delle famiglie è più basso del 35%. E se al nord il reddito disponibile è in media di 21 mila euro, al sud si abbatte fino a  13.500 euro. Così il divario nel 2016 è aumentato di oltre il 35%. Il record del benessere è Bolzano con 42.500 euro, fanalino di coda ancora una volta la Calabria con 16.600 euro. Dietro Bolzano ci sono l’Emilia Romagna e la Lombardia con 22 mila euro.

Pertanto anche sul fronte dell’occupazione l’immagine riporta un Sud  con il 20,7% dei giovani senza lavoro, un giovane su tre non studia e non lavora. In molte province il dato è compreso tra il 22,3% e il 28-30%, mentre al nord il tasso di disoccupazione è stabilmente tra il 3,7% e il 9,9%. E’ ancora la Calabria a registrare il tasso di disoccupazione più alto e pari al 58,7%. Nel vecchio continente a questa regione seguono l’Andalusia (57,9%), la Sicilia (57,2%) e la Sardegna (56,3%).

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